Papa Francesco multitasking: ecco il suo primo podcast (AUDIO)

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“Mi fa soffrire vedere i morti, ragazzi – sia russi che ucraini, non mi interessa – che non tornano. È dura”.

E’ quanto si ascolta in Popecast, il primo podcast realizzato da Papa Francesco con i media vaticani, in cui Jorge Mario Bergoglio si racconta a dieci anni dall’elezione.

Papa Francesco non ha dubbi su cosa chiedere al mondo come regalo per questo suo decennale, che ricorre oggi: “La pace, ci vuole la pace”. Da qui, tre parole che corrispondono ai “tre sogni del Papa” per la Chiesa, per il mondo e per chi il mondo lo governa, per l’umanità: “Fratellanza, pianto, sorriso…”. .”La prima parola che mi viene è che sembra ieri…”.

Realizzato dal Papa a Santa Marta con il giornalista di Vatican News Salvatore Cernuzio, non si tratta di un’intervista, come le tante che stanno uscendo in questo periodo, quanto piuttosto un riannodare il filo dei pensieri sui dieci anni del suo pontificato. Dieci anni: vissuti in “tensione”, dice, in un tempo che è superiore allo spazio e che ha visto avvicendarsi incontri, viaggi, volti.

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Francesco sorride davanti al microfono con il logo dei media vaticani e chiede: “Un podcast? Cos’è?”. “Bello, facciamolo”. Quindi la domanda: cosa sente di condividere con il mondo in occasione di questo traguardo per la sua vita e il suo ministero? “Il tempo è pressuroso… va di fretta. E quando tu vuoi cogliere l’oggi, è già ieri. Vivere così è una novità. Questi dieci anni sono stati così: una tensione, vivere in tensione”. Delle migliaia di udienze, delle centinaia di visite in Diocesi e parrocchie e dei quaranta viaggi apostolici in ogni angolo del mondo, il Papa conserva nel cuore un ricordo preciso.

Lo identifica come “il momento più bello”: “L’incontro in piazza San Pietro con i vecchi”, l’udienza, cioè, con i nonni di tutto il mondo del 28 settembre 2014.  “I vecchi sono saggezza e mi aiutano tanto. Anche io sono vecchio, no?”.

Di momenti brutti invece ce ne sono stati diversi e tutti legati all’orrore della guerra. Prima le visite nei cimiteri militari di Redipuglia ed Anzio, la commemorazione dello sbarco in Normandia, poi la veglia per scongiurare la guerra in Siria e ora la barbarie che si vive da oltre un anno in Ucraina. “Dietro le guerre c’è l’industria delle armi, questo è diabolico”, afferma Francesco.

E non si aspettava lui, vescovo venuto dalla fine del mondo, di essere il Papa che guidava la Chiesa universale nel tempo della Terza guerra mondiale: “Non lo aspettavo… Pensavo che la Siria fosse una cosa singolare, poi sono arrivate le altre”.

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Redazione Nazionale

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