Pubblicato il 30 Novembre 2023
I genitori di Filippo Turetta hanno rifiutato di incontrare il loro figlio in carcere, motivando la loro decisione con il fatto di non essere ancora psicologicamente pronti. Proprio in questi giorni il papà, Nicola Turetta, ospite di “Chi l’ha visto?” ha provato a tracciare un profilo del figlio, spiegando che nessuno mai avrebbe potuto immaginare un epilogo così tragico dal momento che lui, pur apparendo inquieto e triste, mai aveva dato segni di squilibrio.
Le parole del papà di Turetta
Nonostante le gravi accuse di premeditazione, il papà di Turetta non pensa che il figlio abbia realmente pianificato tutto: “Io fino all’ultimo ho pensato che volesse sequestrarla – ha raccontato – rapirla per non darle la soddisfazione di laurearsi e dopo lasciarla. Purtroppo le cose sono peggiorate, forse voleva farle paura poi la cosa è precipitata e a lui è saltato l’embolo”.
Nicola Turetta ipotizza che il figlio, lasciato da Giulia e indietro con gli esami, possa aver subito una crisi psicologica, ma respinge l’idea di un ragazzo molesto ai limiti dello stalking, come lo hanno dipinto amici e parenti della 22enne: “Ci sono degli aspetti di questa tragedia che vanno visti in una chiave un po’ diversa, cioè non è uno che ha ucciso a mano armata, non so. So che Giulia andava fuori con lui tranquillamente, fino a quel sabato so che non le ha toccato neanche un capello. Quindi lei era tranquilla quando usciva, lei non aveva questi timori. Non è una cosa razionale, una persona che ami, che porti a casa… un bene così non può sfociare in una tragedia del genere”.
Ha poi concluso spiegando che qualcosa deve essersi spezzato dentro Filippo: “Non ci saremo mai immaginato questo. Ha ucciso il suo angelo praticamente, quella che lui amava. Questi ragazzi mi sembra che appena gli togli qualcosa crollano oppure fanno questi atti così violenti. Qui entriamo nel ramo della psicologia e io non lo so, bisognerebbe capire come aiutarli a uscire quando hanno queste cose”.
Il consiglio di Crepet ai genitori di Turetta: “Lasciate l’Italia”
A proposito di psicologia, sulla questione è stato interpellato lo psicologo Paolo Crepet che intervistato da La Stampa ha suggerito ai genitori “di andarsene dall’Italia. Soprattutto per offrire una vita migliore al piccolo di famiglia che ha appena 18 anni, e restando in quel paese sarebbe condannato alla gogna permanente. I ragazzi come anche i bambini sanno essere terribili nel far pesare le tragedie. Quindi consiglio davvero a questa famiglia di tagliare i ponti con il proprio luogo di origine e andarsene lontano, all’estero, come in Francia per esempio, dove il cognome Turetta non evoca immediatamente quel ragazzo che ha ammazzato l’ex fidanzata, al di là di come andrà il processo“.