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discoteche

Parte da Napoli l’appello del settore in crisi, «Più controlli e posti ridotti, ma riaprite le discoteche»

Pubblicato il 16 Settembre 2020

Parte da Napoli la nuova crociata degli operatori della notte, Dj e lavoratori del night clubbing campano. Gli imprenditori del settore e i promotori di eventi si sono ritrovati al Joia proprio per discutere del futuro delle discoteche, chiuse per effetto del D.p.c.m. di inizio settembre.

 L’iniziativa è stata promossa da Piero Nannola. Tante le questioni da discutere. Oltre alla sicurezza e a casi particolari (vedi Billionaire) che hanno portato alla drastica decisione governativa, anche le conseguenze dei provvedimenti: la grave crisi di tutto il settore. Le aziende del by night hanno un alto tasso di occupazione giovanile e rappresentano anche realtà imprenditoriali di eccellenza.

In particolare, a Napoli, si è fatto notare come non si sia registrato alcun focolaio di contagio all’interno delle discoteche campane. Ma non solo. È stato sottolineato come, al contrario, proliferano eventi con attività di ballo all’interno di strutture private: una situazione paradossale che penalizza quegli imprenditori del mondo della notte che hanno investito nella messa in sicurezza delle proprie strutture e ora sono costretti a stare fermi.

Piero Nannola rivolge un vero e proprio appello alle istituzioni e alle forze politiche, per «Poter riaprire nel pieno rispetto della tutela della salute dei nostri clienti e dei nostri dipendenti».

In sintesi si chiede il ripristino dell’ordinanza n.59 della Regione Campania con la quale si consentiva, a determinate condizioni, le attività di ballo in prossimità dei tavoli, anche al chiuso. E di estendere queste previsioni normative sul piano nazionale. Ma non solo. Proprio per garantire la massima sicurezza degli operatori e dei potenziali utenti, si chiedono anche maggiori controlli e sanzioni amministrative nei confronti di chi non rispetta le regole.

Si propone anche la riduzione dei posti per garantire il distanziamento sociale nelle strutture, rilevazione della temperatura all’ingresso, reazione e sanificazione e controllo nella somministrazione di cibi e bevande.  Infine, gli operatori del settore chiedono la sospensione per dodici mesi delle tasse regionali a carico delle imprese di intrattenimento.