Almeno un milione di persone sono state costrette quest’anno a rinunciare alla tradizionale scampagnata o alla gita fuori porta a tavola negli agriturismi tra Pasqua e Pasquetta. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti nel sottolineare che si registra però il boom del meal delivery, che in Italia nell’ anno della pandemia ha fatto registrare un giro d’affari record in Italia per un valore di 706 milioni di euro, con un incremento annuo del +19%. Sono infatti oltre 40mila le famiglie che – sottolinea la Coldiretti – non hanno voluto rinunciare ai sapori della campagna, portando l’agriturismo a casa, grazie al servizio di consegna pasti a domicilio. Una boccata di ossigeno che tuttavia non è certo sufficiente a compensare le difficoltà degli oltre 24mila agriturismi italiani, che in un anno di pandemia hanno perso 1,2 miliardi a causa delle chiusure forzate. Gli agriturismi peraltro sono spesso situati in zone isolate in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all’aperto e sono forse – sottolinea Coldiretti – i luoghi più sicuri perché è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. Per effetto delle misure restrittive per l’emergenza Covid l’84% degli italiani ha scelto di consumare il pranzo del Lunedì dell’Angelo tra le mura domestiche mentre un 9% si è avventurato a casa di parenti e amici, sfruttando le deroghe del Decreto. Tra i piatti più gettonati di Pasquetta si classificano – continua la Coldiretti – lasagne, salumi, formaggi, uova sode e le tradizionali grigliate in giardino o nel balcone. Non mancano però – precisa la Coldiretti – polpette, frittate di pasta o di verdure, pizze farcite, ratatouille e macedonia, ma anche colomba farcita da creme realizzate con la “cucina del giorno dopo” favorita dalla tendenza a ridurre gli sprechi in un momento di difficoltà. Il menù infatti in molti casi è a base degli avanzi della Pasqua per la quale gli italiani – conclude la Coldiretti – hanno complessivamente speso 1,4 miliardi in prodotti tipici, vino e ingredienti delle ricette tradizionali fra pasta, carne, salumi, uova e formaggi.
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