Sono avvocati, manager, consulenti finanziari e dell’ex compagna di cella Loredana Canò, i quali avrebbero approfittato della “fragilità psichica” della donna dovuta alle conseguenze neurologiche di un’operazione al cervello per un tumore.
Una volta scontati i 26 anni di carcere come mandante dell’omicidio del marito Maurizio Gucci, Patrizia avrebbe trovato tanti finti amici intorno a sé, pronti a profittarne in vari modi.
Tra coloro che hanno ricevuto l’avviso di conclusione indagini, racconta il Corriere della Sera, c’è Loredana Canò, ex compagna di cella, andata a vivere con lei nella villa milanese in qualità di “assistente” contrattualizzata e poi “sfrattata” dai magistrati. Ma anche l’avvocato Daniele Pizzi, noto come legale di parte civile per la famiglia di Lidia Macchi, la studentessa uccisa 35 anni fa in un caso tuttora irrisolto e qui nel mirino delle indagini come ex amministratore di sostegno nominato dal tribunale nel 2019 su richiesta della mamma di Patrizia, Silvana Barbieri. E, ancora, l’avvocato di Silvana, scomparsa proprio nel 2019 a 92 anni, Maurizio Giani: per i pm di sarebbe approfittato dell’anziana donna per farsi indicare come presidente a vita di una Fondazione beneficiaria di un complesso immobiliare da 14 milioni dietro la stazione centrale milanese e del diritto a 4 milioni cash (di cui 100 mila versati finora).
E sono indagati anche il consulente per gli investimenti Marco Chiesa, gli ex vertici di due società immobiliari di Patrizia, Maria Angela Stimoli e Marco Riva, manager dello sport e presidente del Coni Lombardia. E insieme con l’avvocato Pizzi, per l’ipotesi di corruzione nella retrocessione di parte di una parcella, sono indagati i revisori Mario Wiel Marin e Marco Moroni.
L’indagine del procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e della pm Michela Bordieri era nata dopo che il giudice tutelare Ilaria Mazzei aveva deciso di disporre verifiche sulla congruità dei rendiconti delle uscite di 3 milioni di euro dal patrimonio di Patrizia e sulla deposizione della figlia di lei, Allegra Gucci, cui la Cassazione nel 2020 aveva imposto di versare alla mamma un vitalizio di 1,1 milioni di franchi l’anno e 35 milioni di arretrati.
I reati contestati, come riporta l’Adnkronos, sono a vario titolo quelli di circonvenzione di incapace, peculato, furto di oggetti preziosi, induzione indebita. Ma anche distrazione del patrimonio e la sottoscrizione di un’assicurazione vita da 6,6 milioni di euro e un pagamento per far rilasciare un’intervista televisiva alla donna.
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