Pubblicato il 26 Giugno 2022
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Federazione del Partito Democratico.
Il sindaco di Piombino sta cercando di chiudere la Parchi Val di Cornia. Lo avevamo denunciato non molto tempo dopo il suo insediamento e non c’è oggi un’altra risposta possibile alla forzatura dei giorni scorsi che ha portato alla nomina unilaterale del Consiglio di Amministrazione della Parchi da parte del Comune di Piombino.
Tre membri, tutti e tre espressione del Comune di Piombino.
Contro gli altri sindaci-soci e non nel loro disinteresse, come Ferrari vorrebbe far credere.
Un fatto di gravità estrema, reso ancora più preoccupante perché arrivato solo pochi mesi dopo il tentativo, guidato dal Comune di Campiglia in accordo con gli altri Sindaci, di rilanciare l’azienda offrendole nuove prospettive di sviluppo.
E dopo che Ferrari si era impegnato a sottoscrivere questo nuovo percorso quanto mai necessario dopo anni di incertezze e con l’obiettivo di raccogliere le reali necessità di un territorio profondamente mutato.
Una nuova progettualità condivisa in grado di restituire un’azienda moderna in grado di aggredire un mercato come quello turistico sempre più complicato e in concorrenza con il resto del mondo.
Un progetto ambizioso che aveva già trovato la collaborazione della Regione Toscana, del Ministero dei beni culturali, delle università e anche di molti operatori interessati a conoscere il destino di un’azienda che ha aiutato il territorio nella sua diversificazione economica e lo ha portato a essere il secondo ambito turistico della toscana dopo Firenze. Ben prima di Ferrari.
Quella prospettiva di sviluppo oggi svanisce di fronte alla visione padronale che Ferrari ha delle aziende partecipate e, in particolare, della Parchi, che non è di Piombino ma è, al contrario, una società che ha la sua ragione di essere proprio nel principio di condivisione volontaria del ricchissimo patrimonio della Val di Cornia. Un caposaldo che ha reso questa esperienza di gestione unica e all’avanguardia, oggetto di studio in Europa fin dalla sua nascita.
La prospettiva di Ferrari infligge dunque un danno grave a quell’azienda, ai suoi lavoratori, a chi negli anni ha investito e collaborato con la Parchi per far crescere la Val di Cornia in un settore come il turismo.
Un ambito in cui il nostro territorio ha saputo svilupparsiproprio perché è stato in grado di unire alla bellezza dellespiagge, una vasta offerta di beni ambientali e artistico-culturali, gestiti in maniera unitaria e non municipalistica.
Il Partito Democratico non ha alcuna intenzione di vedere la fine della Parchi Val di Cornia e di quel progetto di sovracomunalità turistica, ambientale e culturale che ha portato ricchezza a tutto il territorio e gli ha permesso di costruire quella diversificazione così necessari.