È stato trovato in possesso di un ingente materiale relativo alla pedopornografia online e per questo motivo è stato arrestato. La Polizia Postale e delle Comunicazioni della Regione “Puglia”, nell’ambito dell’azione di contrasto alla pedopornografia online, ha tratto in arresto in esecuzione di un’ordinanza cautelare di custodia in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Lecce un soggetto italiano 45enne della provincia di Taranto per i reati di cui agli artt. 600 ter, 3° e 5° co. e 600 quater, 1° e 2° co, poiché si procurava, deteneva e diffondeva attraverso un cloud a lui riconducibile una ingente quantità di foto e video a contenuto pedopornografico, utilizzando soggetti minorenni. Nei confronti dell’uomo in questione è stata eseguita una perquisizione personale, domiciliare ed informatica che ha consentito di ritrovare considerevole materiale fotografico e video di natura pedopornografica, archiviato su dispositivi telefonici, informatici e cloud. Molto del materiale ritrovato ritraeva minori, anche di tenera età, in atti sessuali espliciti con adulti.
Poco più di un mese fa, sempre la Polizia Postale smascherò 16 associazioni che diffondevano materiale di pedopornografia online e alcune di loro operavano anche in Puglia. Sul cloud posto sotto sequestro, inoltre, è stato ritrovato un link per l’accesso a cartelle a contenuto pedopornografico la cui fruizione era consentita pubblicamente, senza necessità di password, al fine dell’agevole diffusione di questo materiale. Il procedimento è stato reso possibile da un’articolata attività investigativa espletata dalla Sezione di Polizia Postale di Foggia, diretta inizialmente dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bari, all’esito della quale è stato emesso ed eseguito un decreto di perquisizione locale personale ed informatica a carico dell’indagato. L’attività investigativa è stata successivamente proseguita con la direzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lecce. I riscontri degli accertamenti ottenuti in sede di perquisizione hanno consentito di raccogliere elementi probanti a carico dell’indagato tali da condurre all’emissione della suddetta ordinanza cautelare nei confronti dell’uomo.
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