Pubblicato il 17 Ottobre 2022
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini boccia sul nascere L’Opzione uomo, l’ipotesi di pensionamento anticipato a 58/59 anni con riduzione del 30% dell’assegno attribuita alla presidente di FdI Giorgia Meloni.
“Credo – aggiunge – che il tema sia quello di affrontare la complessità del sistema pensionistico. Credo poi che ci sia un altro tema di fondo per dare un futuro pensionistico a tutti i lavoratori: bisogna combattere la precarietà”.
“Credo che tutte queste riforme siano orientate a un principio giusto, ovvero quello di garantire una certa flessibilità in uscita rimanendo ancorati tuttavia la modello contributivo. Su questo eravamo orientati anche durante il governo Draghi. Quindi se si va in questa direzione poi ovviamente la politica deciderà ma si sembra che si è abbastanza in linea rispetto a quello che si stava facendo”, così il presidente dell’Inps Pasquale Tridico.
” L’Opzione donna ha avuto un tiraggio rispetto alla platea del 25%, un dato che dimostra che la scelta è stata fatta da meno di un terzo delle donne. Dato basso? E’ una scelta. Tutti sanno che col modello contributivo se si va in pensione prima si va con un minore assegno pensionistico. E’ normale nel nostro modello contributivo, ce lo abbiamo dal ’95, l’abbiamo riconfermato con la riforma Fornero”, ha sottolineato.
“La spesa totale dell’Istituto nel 2021 è stata di 385 miliardi di euro tra pensioni e assistenza: abbiamo speso circa 60 miliardi per prestazioni Covid tra cassa integrazione, bonus per gli autonomi e altro. Continuiamo a dire che il 65% del reddito di cittadinanza va al Sud, ma dimentichiamo di dire che il 70% delle prestazioni Covid sono andate al Nord. Anche per un fattore di onestà nei confronti di tanti cittadini del Sud bisogna guardare alla spesa nel suo complesso e non ai 7,6 miliardi che all’anno si spendono per il reddito di cittadinanza”, ha concluso Tridico.