Il 29 dicembre scorso il turista romano Gianluca Di Gioia subì un attacco mortale da parte di uno squalo nelle acque di Marsa Alam, in Egitto, una vicenda drammatica che ha avuto grande clamore a livello mondiale. In suo soccorso si tuffò in acqua Peppino Fappani, 69enne odontotecnico di Soncino, in provincia di Cremona, che ha raccontato la sua drammatica esperienza al Corriere spiegando come ha fatto per salvarsi dall’attacco del bestione di circa 2 metri e mezzo.
Fappani ha raccontato che si trovava sulla spiaggia, quando si è tuffato in mare dopo aver sentito le strazianti grida d’aiuto di Di Gioia. Inizialmente pensava che si trattasse di un malore, solo dopo si è accorto che il 48enne era stato attaccato da uno squalo.
L’animale lo ha attaccato per 3 volte, l’ultima quando era agganciato alla lancia di soccorso, ma poi improvvisamente ha avuto un’intuizione: infilargli un dito nell’occhio. Ha detto di essersi ricordato che qualcuno gli rivelò che gli squali sono animali particolarmente sensibili agli occhi, perciò per allontanarlo gli ha infilato un dito nel bulbo oculare, mossa che si è rivelata salvifica.
“Se sono qui, se sono vivo, lo devo ai ragazzi del Diving che mi hanno recuperato” – ha detto, per poi smentire la versione delle autorità egiziane spiegando che stavano nuotando in acque balneabili, dove però non c’erano reti di protezione.
La Questura egiziana continua a ribadire che i due turisti erano in acque profonde e non protette, versione smentita da Peppino secondo il quale ci sarebbe anche un filmato dove si vede che sono al di qua delle boe di limitazione. “Non penso di essere indagato dalla polizia egiziana o che mi si possa addebitare una condotta scorretta” – ha precisato il 69enne.
I suoi soccorritori gli hanno riferito che in 20 anni non hanno mai visto uno squalo, precisando che si trattava di un mako e non di uno squalo tigre, che attacca esclusivamente per uccidere. Intanto lunedì 11 gennaio all’ospedale di Manerbio a Peppino Fappani sono stati tolti alcuni dei 60 punti che gli hanno messo a Porto Ghalib. Il 69enne è certo di una cosa: non andrà più nel Mar Rosso e da oggi in poi andrà solo in montagna.
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