Pubblicato il 6 Febbraio 2025
Un sistema ben “oliato” per creare una corsia privilegiata e permettere ad amici e parenti di saltare le chilometriche liste d’attesa e accedere in tempi rapidi alle visite specialistiche. Questa è l’accusa mossa nei confronti di alcuni impiegati del Policlinico di Palermo, che avrebbero utilizzato addirittura i nomi di persone ormai decedute per mettere in atto il loro sistema truffaldino.
Persone morte nella lista d’attesa, come funzionava il sistema?
Secondo l’accusa mossa dalla Guardia di Finanza, gli 8 dipendenti indagati al Cup (Centro unico per le prenotazioni) inserivano nomi di persone decedute, codici fiscali sbagliati oppure numeri di ricette “rosse” del tutto inventate e inesistenti per trovare un “buco” dove inserire parenti, amici e conoscenti che saltavano la fila e potevano svolgere le visite specialistiche. Insomma, bastava avere la giusta conoscenza per poter accedere rapidamente alle visite urgenti, scavalcando le persone nelle liste d’attesa.
Come emerso dall’inchiesta i dipendenti utilizzavano quasi sempre gli stessi nomi di persone morte, come se attingessero da una sorta di lista. Tra i nomi usati ci sono quelli di persone morte alla fine degli anni ’90, nel 2003 e anche in anni più recenti, come il 2015 e il 2019, e in altre circostanze venivano inseriti anche codici fiscali sbagliati.
Dopo aver inserito i dati delle persone morte oppure i codici fiscali sbagliati, gli impiegati potevano così annullare le prenotazioni e assegnarle direttamente ai pazienti “raccomandati”, saltando a piè pari le lunghe lista d’attesa a discapito di altre persone.

