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gratta e vinci

Pesaro, la rivoluzione di un tabaccaio: “Non venderò più Gratta e Vinci”

Pubblicato il 11 Giugno 2024

E’ una delle principali fonti di guadagno delle tabaccherie. Da quando anche in Italia sono approdati quei rettangoli sui quali avventarsi sperando di dare una svolta alla propria vita o di beccare un premio, qualunque esso sia, le tabaccherie ne vendono quotidianamente un’infinità. Ma lui ha deciso di non vendere più Gratta e Vinci.

E la clamorosa, rivoluzionaria decisione presa da Mario Papariello, 58enne tabaccaio di Calcinelli di Colli al Metauro, in provincia di Pesaro.

“Ho visto troppa gente rovinarsi con le sue mani. Mi rifiuto di continuare”, spiega a Il Resto del Carlino.

“Soffrivo molto nel vedere diverse persone che azzardavano l’acquisto di un biglietto dietro l’altro, fino a giocarsi tutta la pensione o lo stipendio. Pensavo dentro di me che non avrei retto a lungo. Sicché, malgrado avessi un contratto con Lottomatica, ho detto basta e non ho più venduto Gratta e vinci. Da quel giorno mi sento sollevato e con la coscienza a posto. Non voglio guadagnare sulle sventure altrui, ha racconta l’uomo.

Non soltanto non guadagnerà più dalla vendita dei tagliandi che fanno gola pure a rapinatori, così come raccontano casi di cronaca di furti di Gratta e Vinci in tabaccherie finite nel mirino dei criminali, ma dovrà comunque pagare la quota stabilita dal contratto.

Cioè 160 euro al mese fino alla scadenza.

A Papariello non importa: “Alcuni colleghi mi criticano e altri si compiacciono perché aumentano le vendite, ma per me la cosa più importante è avere la coscienza pulita. Sono consapevole che i clienti interessati ai grattini li andranno a comprare nelle altre tabaccherie, ma non mi interessa.