Pubblicato il 11 Maggio 2021
Pfizer e seconda dose, giusto farla slittare a 35 giorni dalla prima? “Il vaccino è stato studiato per una seconda somministrazione a 21 giorni. Dati su di un più lungo range di somministrazione, al momento non ne abbiamo se non nelle osservazioni di vita reale, come è stato fatto nel Regno unito. E’ una valutazione del Cts che ha delle sue basi, osserveremo quello che succede. Come Pfizer dico però di attenersi a quello che è emerso dagli studi scientifici, quindi la somministrazione a 21 giorni, perché questo garantisce i risultati che hanno permesso l’autorizzazione”. Lo ha detto a Sky TG24 Valeria Marino, direttore medico di Pfizer Italia, ospite di ‘Buongiorno’ in merito all’allungamento della finestra per la somministrazione della seconda dose. “Dobbiamo studiare anche la necessità della terza dose – ha continuato -. Abbiamo i dati che dimostrano la copertura immunitaria a sei mesi, dobbiamo osservare i successivi sei mesi. Potrebbe essere possibile una terza dose, ma forse anche non necessaria, a meno che non intervengano eventuali varianti, in quel caso una dose ‘buster’ potrebbe essere utile. Sul vaccino annuale bisogna essere molto cauti, potrebbe essere necessario entro l’anno o magari entro due”. Marino ha poi ricordato come “gli studi dimostrino l’efficacia del vaccino sulle varianti, in particolare la sudafricana. Vale lo stesso su quella brasiliana. Possiamo sicuramente affermare l’efficacia del vaccini nei loro confronti. L’allarmismo è più relativo alla capacità di diffusione“. (fonte: Adnkronos)