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Pierina Paganelli

Pierina Paganelli: i figli della donna uccisa con 17 coltellate rompono il silenzio

Pubblicato il 7 Ottobre 2023

“Non crediamo che ad aver ucciso nostra madre sia stato un membro della nostra famiglia. Pensiamo sia impossibile che qualcuno possa essersi macchiato di un delitto così feroce e cruento”.

A tre giorni dal delitto di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa a Rimini con 17 coltellate martedì sera nel sottoscala del condominio in cui viveva, i figli della vittima rompono il silenzio. 

Pierina Paganelli

A loro avviso, l’assassinio della madre resta un mistero che non troverebbe risposta su ipotetiche piste familiari. Dichiarazioni che arrivano all’indomani di una giornata, quella di ieri, in cui tanti avevano pensato ad un’improvvisa accelerazione delle indagini, riferisce il Corriere.

Ora l’impressione è che la svolta non sia ancora arrivata e a suggerirlo non sono comunque le parole dei figli di Pierina Paganelli: sia il box garage e l’appartamento del consuocero ottantenne della vittima, che vive nel condominio vicino a quello in cui abita la figlia Manuela Bianchi e in cui risiedeva l’anziana signora, sono stati dissequestrati nella tarda serata di ieri. 

Con Bianchi, in via del Ciclamino, viveva anche suo marito, nonché figlio della vittima, Giuliano Saponi, ora in ospedale dopo una presunta aggressione avvenuta in circostanze misteriose il 7 maggio scorso.  

Gli agenti per tutta la giornata di ieri sono tornati sulla scena del crimine e hanno risentito Bianchi, che aveva lanciato l’allarme raccontando di aver rinvenuto un cadavere nel sottoscala del condominio la mattina di mercoledì. 

In Procura sentiti anche due condomini, marito e moglie, molto vicini alla famiglia Bianchi tanto che l’uomo è ritenuto essere uno che avevauna relazione con la nuora di Pierina Paganelli.

Di fronte al garage del consuocero erano state trovate tracce di sangue ed erano subito scattati i sequestri ma pare addirittura che queste tracce non appartengano all’anziana signora. 

Sua sorella 90enne che vive a Ravenna, ha ricevuto due giorni fa una telefonata anonima in cui ignoti l’hanno minacciata con parole perentorie: “La prossima vittima sarai tu”.

Tuttavia la Procura, che ha già avviato tutti gli accertamenti del caso, è convinta che si tratti dell’opera di un mitomane o di un depistaggio.

Insomma, dalle indagini, condotte con il massimo riserbo e con bocche cucite, non si ha notizia di svolte avvenute nelle ultime ore. L’omicidio di Pierina Paganelli è al momento un giallo difficile da ricostruire. 

L’anziana ogni giorno andava in ospedale, alla Sol et Salus di Rimini, dall’altra parte della città rispetto alla sua abitazione per andare a trovare il figlio Giuliano Saponi. Che ha vissuto un incubo lungo mesi: il 7 maggio era stato trovato in fin di vita ai margini di una strada vicina al suo quartiere poi quasi per miracolo ha recuperato e ora, pur acciaccato, si prepara alle dimissioni: erano previste il 10 ottobre ma quasi sicuramente saranno posticipate e le circostanze suggeriscono che saranno ritardate anche per garantire la sua sicurezza. 

Sull’episodio del 7 maggio si allungano due ombre: la prima è quella di un pirata della strada senza scrupoli, la seconda quella di un ignoto aggressore che non si escluda volesse assassinarlo. Il dato di fatto è che Saponi ad oggi ha recuperato la sua lucidità ma per i traumi subiti non ricorda nulla di quanto accaduto all’alba del 7 maggio.

Pierina Paganelli, come gran parte dei familiari, era una Testimone di Geova molto attiva nella comunità di Rimini. 

La sera del 3 ottobre aveva partecipato a un gruppo di preghiera in città e aveva fatto rientro a casa non oltre le 22.30. Con la macchina era scesa in garage, poi nella scalinata che collega i box al pian terreno del condominio è stata aggredita dal suo carnefice. 

Il cadavere presentava gli stessi indumenti con cui la vittima era stata vista uscire per andare a pregare, ma aveva la gonna e la sottoveste strappata. Qualcuno aveva ipotizzato una violenza precedente all’uccisione, ma a prendere piede è stata l’ipotesi del depistaggio: fingere uno stupro per coprire un assassinio premeditato. 

Il movente però, mentre continuano i sopralluoghi della polizia nel quartiere in cui vivono molti familiari della vittima, resta un mistero. Così come resta un mistero dove sia finita l’arma del delitto, la lama con cui Pierina è stata mortalmente ferita alla schiena, al collo, al torace e al braccio.