Pubblicato il 9 Gennaio 2024
Infuria la polemica per la commemorazione di domenica della strage di Acca Larentia, dove un folto gruppo di militanti di destra ha omaggiato le vittime con un inequivocabile saluto romano. La foto ha rapidamente fatto il giro del web e ha suscitato forti polemiche, soprattutto da parte della sinistra che ha condannato il gesto permeato di fascismo secondo diversi esponenti politici dell’opposizione.
La replica di La Russa: “FdI non c’entra niente”
Dopo lo spinoso caso Pozzolo arriva un’altra bella gatta da pelare per FdI, ma il presidente del Senato La Russa ha spiegato che il suo partito non c’entra niente: “Concordo pienamente con Rampelli – ha detto ai microfoni del Corriere della Sera – quando dice che FdI è totalmente estraneo all’episodio dei saluti romani alla commemorazione delle tre giovanissime vittime dell’attentato di Acca Larenzia. Peraltro, il fatto è stato eclatante e ha avuto molta visibilità, ma il partito davvero non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo”.
Il presidente ha poi accusato la sinistra di strumentalizzazione: “Abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci, non si va a certe commemorazioni. Non c’entriamo nulla, non c’entra il partito”.
La strage di Acca Larentia
La cosiddetta strage di Lacca Larentia è la denominazione del duplice omicidio a sfondo politico avvenuto il 7 gennaio 1978 a Roma di due attivisti di destra appartenenti al Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, uccisi davanti alla sede del Movimentato Sociale Italiano in via Acca Larentia per mano di un gruppo armato appartenente alla sinistra.
Nei successivi scontri durante una manifestazione organizzata in segno di protesta per la morte dei due giovani morì un terzo attivista, Stefano Recchioni. Questo triplice omicidio non fece altro che inasprire ancora di più lo scontro politico tra le due opposte fazioni estremiste di destra e di sinistra.
“Siamo sicuri che il saluto romano sia reato?”
La Russa si pone comunque delle domande, chiedendosi se il saluto romano possa davvero essere considerato un gesto di apologia del fascismo, e quindi reato. “Più da avvocato che da politico” La Russa ha sottolineato come “ci sia incertezza su come considerare certi gesti in caso di commemorazione di persone defunte. Attendo con interesse la prevista riunione a sezioni riunite della Cassazione proprio su questo punto.
È possibile che si stabilisca che un saluto romano durante una commemorazione non sia apologia di fascismo, e quindi non sia reato, come molte sentenze stabiliscono. Servirebbe chiarezza, ce lo aspettiamo”. In ogni caso il presidente del Senato ancora una volta ha ribadito l’estraneità ai fatti di FdI: “Da avvocato appunto, più che politico. Perché, ripeto, come partito noi siamo estranei a certe manifestazioni. Quindi non abbiamo nulla da cui dissociarci”.