Pubblicato il 22 Febbraio 2025
Un’aggressione brutale e gratuita a sfondo transfobico quella che ha subito una poliziotta di 53 anni in servizio a Verona per mano di tre ultrà in un bar vicino allo stadio di Trento, che si è consumata nella notte tra il 14 e il 15 febbraio.
L’aggressione alla poliziotta transgender
Come ha raccontato la stessa poliziotta, che sta completando il percorso di transizione, era entrata in un bar per salutare una sua amica, quando uno dei tre ultrà l’avrebbe urtata volontariamente con una spallata, il tutto condito da insulti a sfondo transfobico. La 53enne avrebbe reagito con uno schiaffo e da lì sarebbe partita l’aggressione violenta dei tre ultrà del Trento con calci e pugni alla testa e all’addome della poliziotta, colpita anche con uno sgabello del bar.
L’agente, ferita e sanguinante, è riuscita a trascinarsi da sola all’ospedale Santa Chiara di Trento, dove i medici le hanno applicato 18 punti alla testa, dove c’erano due profondi tagli, e le hanno diagnosticato un trauma cranico, il naso fratturato e vari traumi all’addome. I tre, tutti volti noti alle forze dell’ordine, apparterebbero alla “Nuova Guardia”, un gruppo di estrema destra della tifoseria trentina.
La poliziotta avrebbe riconosciuto uno dei tre aggressori, ma ha detto che non si aspettava una simile violenza, gratuita e brutale. “Volevo salutare la barista e bere qualcosa, ne sono uscita con una maschera di sangue. Sono ferita nel corpo e nell’anima, conoscevo uno di quegli uomini, non pensavo potesse arrivare a tanto” – ha detto traumatizzata l’agente.
Le reazioni della politica
Sulla questione è intervenuto duramente Franco Ianeselli, sindaco di Trento, che sui social ha espresso la sua solidarietà alla poliziotta aggredita e ha invitato la parte sana della tifoseria a isolare le persone violente, che nulla hanno a che fare con i valori dello sport.
Durissima anche Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, che ha ricordato altri episodi deprecabili come l’aggressione a Capodanno ad una coppa gay a Roma, o il pestaggio del 20 gennaio di una ragazzo a Genova solo perché omosessuale.