Pubblicato il 17 Agosto 2021
Dopo la scoperta di un grande carro da parata nel mese di febbraio, Pompei regala un’altra straordinaria meraviglia che va ad arricchire il tesoro degli scavi. La terra ha infatti restituito resti umani mummificati, con tanto di capelli ed ossa, di un individuo inumato in un’antica sepoltura rinvenuta presso la necropoli di Porta Sarno.
Di fronte alla tomba campeggia una grande lastra marmorea dove c’è un’iscrizione commemorativa del proprietario Marcus Venerius Secundo. Tale iscrizione è di straordinaria importanza, poiché richiama lo svolgimento a Pompei di spettacoli in lingua greca, mai attestati precedentemente in maniera diretta. La scoperta è stata effettuata dopo la campagna di scavo promossa dal Parco Archeologico di Pompei e l’Università Europea di Valencia intorno l’area della necropoli di Porta Sarno.
Chi era Marcus Venerius Secundio, uno degli scheletri meglio conservati ritrovati a Pompei?
Marcus Venerius Secundio, ritrovato in condizioni quasi perfette (si intravedono perfino i capelli ed una parte dell’orecchio) era un ex schiavo custode del tempio di Venere. Col tempo riuscì a riscattarsi e, dopo essersi liberato, raggiunse un importante status sociale ed economico. Come evidenzia la scritta sulla sua tomba era un Augustale, cioè un membro del collegio dei sacerdoti dediti al culto imperiale. Inoltre teneva giochi in greco ed in latino, una circostanza tutt’altro che consueta e riservata solo alle persone di un certo lignaggio.
Il defunto fu inumato, pratica poco diffusa in quel periodo, e successivamente custodito in una piccola cella ermeticamente chiusa, quindi lo scheletro si è conservato quasi perfettamente e alcune parti sembrano mummificate. Di seguito la testimonianza del direttore generale del Parco Archeologico di Pompei Gabriel Zuchtriegel.
Fonte foto: Pagina Facebook Pompeii- Parco Archeologico