In un anno così sfortunato, possiamo dire che la scoperta di un Thermopolium intatto a Pompei è il segno della rinascita. Un ritrovamento unico, una bottega di alimentari vicina a una piazza importante (una sorta di “street food”, si direbbe oggi) che vive ancora oggi nei suoi splendidi colori, intatta come il se il tempo non fosse mai passato.
E’, come ha detto il direttore del Parco archeologico, Massimo Osanna “una fotografia dell’eruzione”: il bancone decorato con oche e galli, una parte decorata con una Nereide che cavalca un ippocampo, il cibo pronto per essere consumato, lumache, capretto, vino con le fave, e un piatto di pesce e carne che assomiglia a una paella.
“Pompei è indicata nel mondo come un esempio di tutela e gestione” ha voluto sottolineare il ministro della Cultura Franceschini, dando giustamente i meriti agli archeologi e ai loro allievi che non si sono fermati neanche a Natale.
”La bottega sembra essere stata chiusa in tutta fretta e abbandonata dai proprietari – ha detto Osanna – ma è possibile che qualcuno, forse l’uomo più anziano, fosse rimasto al suo interno e che sia morto nella prima fase dell’eruzione, schiacciato dal crollo del solaio. Il secondo potrebbe essere invece un ladro o un fuggiasco affamato, entrato per racimolare qualcosa da mangiare e sorpreso dai vapori ardenti con in mano il coperchio della pentola che aveva appena aperto”. Il terzo, è lo scheletro di un cagnolino.
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