Bloccati in montagna a duemila metri durante un’escursione ferragostana sulle Dolomiti friulane, nel pordenonese: ai piedi avevano sandali in gomma. E sono state proprio le calzature da spiaggia a mettere nei guai il gruppo, una comitiva di padovani: di fronte a un tratto del sentiero franato le suole in gomma non facevano sufficiente presa e così non è rimasta loro altra scelta che chiedere aiuto. Tra le 18.30 e le 20.30 del 15 agosto la stazione di Forni di Sopra (Udine) del Soccorso Alpino è quindi intervenuta assieme al secondo elicottero dell’elisoccorso regionale per recuperare i quattro giovani di Padova bloccati su una frana lungo il sentiero 373 sui fianchi del monte Rua, dove già in passato è capitato di dover soccorrere altri escursionisti.
Il gruppetto di escursionisti padovani – due uomini e due donne di età compresa tra i 29 e i 33 anni, in compagnia di un cane di taglia media – era partito intorno alle 10 del mattino dal Rifugio Pussa, in Val Settimana, e si era incamminato su un itinerario ad anello che passa per il Monte Rua, il Casera Pramaggiore e con meta finale nuovamente al Rifugio Pussa, che prevede diverse ore di cammino. Nel tardo pomeriggio, con il sole già basso sull’orizzonte, il gruppo – che indossava dei sandali di gomma anziché scarponi con una suola adatta a camminare su un sentiero di alta montagna – era arrivato in un punto oggetto di una frana avvenuta, con molta probabilità, a seguito di un forte temporale che si era abbattuto sulla zona diversi giorni prima. I ragazzi, vista l’ora tarda, non erano più in grado di far ritorno sui propri passi prima dell’imbrunire e hanno lanciato l’allarme perché rimasti bloccati in quota e oramai impossibilitati a portare a termine l’escursione. È stato necessario l’intervento dei tecnici del Soccorso Alpino della stazione di Forni di Sopra che si sono mossi di concerto all’elisoccorso per recuperarli lungo un tratto franoso, sul sentiero 373 che si snoda alle pendici del monte Rua, teatro nel corso del tempo di altri interventi di soccorso. Utilizzando il verricello, dopo un’ora e mezza di volo, il velivolo di soccorso ha reso possibile trarre in salvo i ragazzi e il loro cane.
A compiere l’intervento un elicottero Airbus Helicopters H145. Considerato che il costo di utilizzo oltrepassa i 100 euro al minuto, il solo intervento ha comportato un esborso di quasi 10mila euro di soldi pubblici. Ma perdersi o farsi male sulle montagne del Friuli Venezia Giulia, al momento, non costa nulla al malcapitato: il servizio di elisoccorso per incidenti in montagna è gratuito. I soldi, infatti, li sborsa la Regione e, quindi, l’intera cittadinanza. E infatti sui social, in particolare sul profilo del Soccorso Alpino, c’è chi si è scatenato contro gli escursionisti in sandali. “Dovete pagare voi, incoscienti”, “Spero tanto che questi preziosi servizi vengano caricati a questi signori che approcciano la montagna con tanta ignoranza”. E ancora: “Va cambiata la legge”. In alcune regioni è stato introdotto un super-ticket per interventi considerati non salva vita. In Veneto, si possono dover sborsare fino a 7.500 euro. In Valle d’Aosta si pagano fino a 137 euro al minuto. In Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte le cifre sono inferiori, ma comunque intorno ai mille euro.
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