Pubblicato il 18 Febbraio 2022
Non solo storie triste con annesse polemiche, relative a paziente positivo al Covid. Al Fazzi di Lecce, dopo la morte di una signora anziana che ha fatto scattare la denuncia da parte dei genitori, arriva una storia a lieto fine. Un bimbo di 13 mesi positivo al Covid e con una grave patologia respiratoria, infatti, è stato curato con anticorpi monoclonali ed è la prima volta che succede in Puglia ad un paziente di età inferiore ai 12 anni. La vicenda è avvenuta nel Centro di Trattamento Precoce (Ctp) dedicato al virus del Reparto Pneumologia Covid Dea dell’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce. L’intervento è stato possibile grazie ad un apposito protocollo redatto dal Reparto di Pneumologia e Malattie Infettive dell’Ospedale Bambin Gesù per la somministrazione off – label del farmaco, “ovvero –evidenzia la Asl di Lecce– seguendo indicazioni diverse da quelle per le quali la terapia è stata autorizzata”.
Positivo al Covid e curato con monoclonali, la soddisfazione degli esperti
Un lavoro di squadra tra il Nosocomio romano, il pediatra medico curante del piccolo, i pediatri del Vito Fazzi ed il responsabile del Ctp Covid-19, che ha consentito al piccolo, con sindrome di Ondine e portatore di tracheostomia, di ricevere tempestivamente e in sicurezza il trattamento.
“Siamo molto soddisfatti – ha dichiarato Francesco Satriano, direttore facente funzione dell’Unità operativa complessa Pneumologia Covid Dea Fazzi – per aver contribuito a creare le condizioni migliori di cura di un bimbo positivo al Covid e con grandi fragilità. E’ stato intrapreso un percorso eccezionale, all’interno del trattamento delle patologie rare. Questo rappresenta un ulteriore esempio di come il Covid19 abbia contribuito a consolidare legami tra differenti Nosocomi ed ospedale-territorio al fine di fornire in tempi rapidi il miglior percorso diagnostico-terapeutico per i nostri pazienti”.