L’indagine, che sta coinvolgendo alcuni esponenti dell’attuale maggioranza a Terracina, e che riguarda società che hanno gestito i lidi comunali in convenzione, è approdata anche in parlamento.
Una interrogazione è stata presentata da alcuni senatori del gruppo misto. Un intervento al quale ha voluto rispondere, senza usare mezze misure, l’europarlamentare di FDI-ECR, ed ex sindaco di Terracina, Nicola Procaccini:
“Stiamo assistendo ad un tentativo inaccettabile e perfino mal costruito da parte di alcuni senatori della Repubblica, di ingerenza e condizionamento dell’operato di una amministrazione comunale, quella di Terracina, e, fatto ancora più grave, del lavoro della Procura della Repubblica di Latina. Esprimo la mia solidarietà al sindaco Roberta Tintari e ai magistrati del capoluogo pontino, certo che continueranno nel loro operato libero da condizionamenti e nel solo interesse dei cittadini”.
“E’ evidente l’intento persecutorio – prosegue procaccini – presente nella interrogazione presentata dai tre senatori del gruppo misto: Elio Lannutti, Margherita Corrado e Rosa Silvana Abate, che con la loro iniziativa hanno dato prova di non conoscere per nulla il territorio e le vicende per le quali ambiscono ad avere chiarimenti.
Per costruire la loro teoria, i tre parlamentari sembrano aver messo insieme ritagli di giornale per comporre un castello di carta, considerato che gli episodi citati sono del tutto slegati e si riferiscono a vicende giudiziarie datate e già chiuse o su cui il lavoro della magistratura è tutt’ora in corso.
Ecco perché trovo inaccettabile il tentativo di voler gettare discredito verso un’amministrazione comunale democraticamente eletta solo pochi mesi fa ma soprattutto è grave il tentativo di delegittimare il lavoro della Procura della Repubblica di Latina, invocando una ispezione ministeriale. Si tratta di un indebito condizionamento da parte del potere legislativo verso quello giudiziario, che vede in prima linea il senatore Elio Lannutti, non nuovo ad attacchi nei confronti dei magistrati: è il caso della sua dura contestazione, con richiesta di indagine, nei confronti del procuratore aggiunto di Bergamo, Maria Cristina Rota, nel giugno 2020. Il magistrato si era infatti recato a Palazzo Chigi per interrogare l’allora presidente dl Consiglio, Giuseppe Conte, nell’ambito della inchiesta sulla mancata istituzione della zona rossa nei paesi di Nembro e Alzano nei gironi più duri della pandemia”.
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