Pubblicato il 21 Settembre 2021
La professoressa di sostegno è stata richiamata dal preside, il quale l’ha invitata ad abbandonare la scuola. L’episodio si è verificato in un istituto superiore di Riccione, dove la docente ha dovuto lasciare l’alunna epilettica in affido
Durante l’orario scolastico, nel pieno corso di una lezione, una professoressa di sostegno è stata improvvisamente richiamata dal preside. La causa è stata la scadenza del suo Green pass. Il dirigente scolastico infatti, ha invitato l’insegnante ad abbandonare la scuola. L’episodio si è verificato in un istituto superiore di Riccione, dove la docente ha dovuto lasciare l’alunna epilettica che le era stata affidata.
“Dovevo lavorare sino a mezzoggiorno – ha dichiarato la professoressa al Corriere di Romagna – ma all’improvviso, mentre ero in classe, sono stata convocata dal preside. Invitata ad esibire il mio certificato verde, dopo i controlli del caso, sono stata invitata ad uscire, in quanto risultava appena scaduto. Erano circa le 9.30 e in una decina di minuti ho dovuto raccogliere le mie cose ed andarmene. Nell’ora successiva la docente curricolare non era in presenza, ma in collegamento da casa. Perciò di fatto la mia allieva è rimasta sola con i compagni, sotto la vigilanza di un adulto, che fa parte del personale non docente, ma solo io sono in grado di gestire le crisi epilettiche, di cui purtroppo la studentessa soffre”.
Così la proposta che arriva dalla professoressa è questa: «Il Ministero deve tener conto delle differenze dei ruoli, come del fatto che non esiste un orario uguale per tutti i docenti. Ma soprattutto vanno lasciate sotto i riflettori le esigenze degli allievi diversamente abili o fragili», perché «i genitori affidano i figli alla scuola, sapendo che come punto di riferimento ci sarà un determinato prof. di sostegno. Quindi – questo il pensiero della docente – se qualcosa esce dai binari, veniamo meno a una grande responsabilità».
E fa presente che «seguendo casi anche molto gravi, non è possibile organizzare sostituzioni in pochi minuti, sia perché ad ogni docente è già stato assegnato un ragazzo, sia perché nei primi giorni di scuola l’organico non risulta al completo».
Augurandosi dunque che per lo spinoso lasciapassare qualcosa si sblocchi a livello ministeriale, l’insegnante tiene a precisare di non essere una no–vax. «Non si può fare di tutta l’erba un fascio, – ribatte – io ricorro al tampone ogni 48 ore, perché soffro di malattie autoimmuni, ma anche perché mi sono ammalata di Covid lo scorso novembre ed ho ancora i titoli anticorpali altissimi. Anzi –sottolinea – è stato lo stesso medico a sconsigliarmi di sottopormi al vaccino».
Al riguardo occorre evidenziare che di recente la direttrice della Sanità pubblica dell’Asl Romagna, dottoressa Raffaella Angelini ha segnalato che «l’esame degli anticorpi non dà nessuna certezza di essere protetti. E affidare la propria salute a quell’esame non ha senso perché ancora non sappiamo se gli anticorpi trovati sono neutralizzanti o no». In quanto per il maledetto virus la «scienza non ha ancora individuato un titolo anticorpale che sia sicuramente protettivo». Vero è comunque che la docente si sottopone al tampone ogni 48 ore.
L’insegnante sottolinea come la responsabilità non sia del preside che ha eseguito solamente il suo dovere, eseguendo le direttive. Il dirigente ha replicato che “si è provveduto a garantire la copertura per gli alunni”.