Pubblicato il 21 Dicembre 2023
Oltre un anno fa Biden “invitò” caldamente Putin a non usare armi chimiche o nucleari, altrimenti la reazione degli Stati Uniti sarebbe stata consequenziale. A distanza di oltre un anno fa la minaccia nucleare non può definirsi del tutto scongiurata, anche se l’amministrazione Biden lo ritiene uno scenario poco probabile.
Secondo Peter Schroeder, ex analista della CIA ed esperto di politica estera russa del Center for a New American Security, Biden sbaglia a prendere sottogamba le minacce nucleari di Putin, ritenendo addirittura molto probabile un attacco atomico.
L’analisi di Schroeder
Nell’articolo pubblicato sul sito della rivista Foreign Affairs, secondo Schroder è serio il rischio di un’escalation della guerra che dall’Ucraina potrebbe espandersi in altri paesi. “Non abbiamo indicazioni che Putin intenda usare armi di distruzione di massa, tantomeno armi nucleari” – ha detto a gennaio John Kirby, portavoce del consiglio per la Sicurezza Nazionale USA. Anche Avril Haines, direttrice della National Intelligence ed ex capo dell’Agenzia di Langley, aveva definito “molto improbabile” un attacco atomico russo.
Queste dichiarazioni sono state riportate e confutate da Schroder, secondo il quale anche l’attuale capo della CIA, William Burns, non ha ben compreso quali potrebbero essere i piani folli di Putin. Burns ritiene in sostanza che Putin stia bluffando e che molto difficilmente darà seguito alle sue minacce nucleari, tra l’altro neanche tanto velate.
I possibili scenari
L’amministrazione Biden in realtà non ha escluso a priori il rischio di un attacco nucleare, ma ritiene che sia più probabile che venga rivolto contro l’Ucraina. La pensa diversamente Schroeder, secondo il quale la minaccia più reale sarebbe contro un paese Nato, in primis la Polonia.
Sarebbe uno scenario apocalittico, poiché gli USA e in generale tutta la coalizione occidentale secondo il trattato costitutivo dell’organizzazione sarebbero costretti a intervenire. “Putin non teme uno stallo nucleare e vede se stesso come l’unico in grado di navigare una crisi simile” – ha detto l’esperto.
Per Schroeder ci potrebbe essere un altro possibile scenario: l’attacco convenzionale contro una delle nazioni del Patto atlantico. La Russia, agendo con rapidità, darebbe così poco spazio di manovra agli Stati Uniti. L’ipotesi dell’esperto militare è che secondo il Cremlino gli USA non sarebbero disposti a pagare un prezzo così alto per l’Ucraina, che è invece un tassello fondamentale per la politica russa.
Riallacciare i rapporti con fonti russe
Schroeder ritiene comunque che ci siano margini di manovra per fermare questo scenario apocalittico, ma Washington dovrebbe adottare “politiche volte a sovvertire il processo decisionale russo” in modo che Putin, se dovesse avviare un’escalation militare, troverebbe una forte resistenza interna.
L’analista sostiene quindi che gli USA dovrebbe avviare contatti diretti con i funzionari russi, che possano porre un freno alle iniziative spregiudicate e spericolate di Putin. Si aprirebbe così un canale di comunicazione tra Russia e USA, benché non si parlino da diversi anni, e andrebbero coinvolti anche i paesi neutrali per delegittimare l’uso di armi nucleari da parte di Putin.
Secondo Schroeder però bisognerebbe agire immediatamente, poiché Putin potrebbe già avere una data precisa per mettere in atto il suo piano d’attacco verso qualche paese amico degli Stati Uniti.