Pubblicato il 29 Giugno 2023
“Terremoto” nella Palermo bene, dopo l’inchiesta coordinata dal procuratore del capoluogo siciliano Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, avviata per fare luce su uno smercio di cocaina che si sarebbe verificato nel ristorante Villa Zito di Mario Di Ferro, accusato di aver venduto e ceduto droga a personaggi facoltosi palermitani.
L’inchiesta che ha portato all’arresto di Mario Di Ferro, ritenuto il pusher della “Palermo bene”
L’inchiesta, come riferito dall’Ansa, è nata quasi per caso dopo un’intercettazione disposta per un’altra indagine, che ha spinto gli inquirenti ad approfondire maggiormente la questione.
Dalle indagini sarebbe emerso che Di Ferro spacciava cocaina nel suo locale ad una clientela selezionata e ristretta, con la collaborazione di Gioacchino e Salvatore Salamone, entrambi condannati per spaccio in un processo contro i clan mafiosi per traffici di droga.
I due avrebbero rifornito Di Ferro delle sostanze stupefacenti, che sarebbero state smerciate da 3 dipendenti del locale. Il gip Antonella Consiglio ha disposto gli arresti domiciliari per Di Ferro, la custodia cautelare per i Salamone e l’obbligo di firma per i 3 dipendenti di Villa Zito.
Coca trasferita con l’auto blu della Regione
Secondo le indagini Di Ferro avrebbe trasferito la cocaina con l’auto blu della Regione Siciliana, con tanto di lampeggiante acceso.
Tra i clienti del pusher ci sarebbe anche l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, che però come riporta l’Ansa non è tra gli indagati.
Lo stesso Micciché ha voluto chiarire la sua posizione rilasciando queste dichiarazioni all’Ansa: “Prima di potere dire qualcosa devo capire cosa c’è nell’inchiesta in cui non sono indagato, ma posso dire che sono dispiaciuto per Mario Di Ferro: è un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni. Andavo alla sue feste che erano sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga”.
Esclude poi qualsiasi tipo di coinvolgimento e ribadisce la sua totale estraneità ai fatti: “Escludo in maniera categorica che io mi muova in macchina con lampeggiante acceso. Considero molto più importante nella mia vita di essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno, non avere mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore nella vita lo ha fatto. L’importante è essere a posto con la propria coscienza, e io lo sono”.