“L’Occidente ora punta a un’alleanza simile alla Nato con la regione dell’Asia-Pacifico – ha detto Putin, citato dalla Tass – bisogna ripristinare il rispetto del diritto internazionale e rafforzare le posizioni dell’Onu e delle altre piattaforme di dialogo”.
La questione nucleare del momento, però, non concerne l’eventuale uso di armi atomiche nel conflitto quanto la situazione nella centrale di Zaporizhzhia, la più grande in Europa.
Dopo che le Nazioni Unite hanno chiarito che dispongono delle capacità logistiche e di sicurezza per fornire assistenza a una visita degli ispettori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) a Zaporizhzhia, un diplomatico russo ha imposto delle condizioni per farlo, affermando che un’eventuale missione non deve passare attraverso la capitale ucraina poiché è troppo pericoloso. Igor Vishnevetsky, vicedirettore del dipartimento di Proliferazione Nucleare del ministero degli Esteri russo – citato dall’agenzia Ria – ha spiegato: “Immaginate che cosa significa passare attraverso Kiev, vuol dire che arriverebbero alla centrale nucleare attraverso la linea del fronte”, il che “rappresenta un rischio enorme”. Vishnevetsky ha sottolineato anche che una missione di ispezione dell’Aiea non avrebbe alcun mandato per “demilitarizzare” l’impiato nucleare, come ha chiesto l’Ucraina, e dovrebbe limitarsi a controllare “l’adempimento delle garanzie richieste” dall’Aiea
Stephane Dujarric, portavoce delle Nazioni Unite, aveva dichiarato in che “in contatto stretto con la Aiea, la segreteria dell’Onu ha stabilito che in Ucraina dispone delle capaciptà logistiche e di sicurezza per appoggiare qualsiasi missione dell’Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia a partire da Kiev”, sottolineando però che perché la visita si possa svolgere è necessaria una intesa fra Russia e Ucraina. Ieri, il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres hanno discusso della sicurezza della centrale di Zaporizhzhia. In un comunicato, il dicastero russo ha informato che i due hanno esaminato le “condizioni per il funzionamento sicuro della centrale”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky accusa i russi di ricatto atomico, di continuare a barricarsi e a sparare dalla centrale nucleare più grande d’Europa, facendosene scudo. “Ogni giorno di permanenza del contingente russo sul territorio dell’impianto nucleare di Zaporizhzhia e aree vicine – ha dichiarato Zelensky nel suo consueto videomessaggio su Telegram – aumenta la minaccia all’Europa, come non è mai successo, nemmeno al picco dello scontro della Guerra Fredda”. “Ogni soldato russo o chiunque spari all’impianto o spari facendosi scudo dell’impianto deve sapere che sta diventando un bersaglio speciale della nostra intelligence, dei nostri servizi segreti del nostro esercito”, ha avvertito il leader ucraino.
Kiev sin dal mese di marzo chiede la demilitarizzazione della zona del grande impianto. E fra Mosca e Kiev prosegue il ping-pong di accuse su chi stia sparando nei pressi della centrale, situata nella cittadina di Energodar, occupata dai russi nelle prime fasi della guerra. “Secondo le testimonianze degli abitanti, ci sono nuovi bombardamenti in direzione della centrale”, ha dichiarato un dirigente dell’ente nucleare ucraino Energoatom, che ha incitato la popolazione civile a “limitare la propria presenza a Energodar”, oggetto di “provocazioni da parte russa” che intenderebbe attribuire i propri attacchi sotto falsa bandiera all’esercito ucraino. Secondo Energoatom, “dalle 8:00 del 14 agosto, la centrale nucleare di Zaporizhzhia opera con il rischio di violare gli standard di sicurezza contro le radiazioni e gli incendi”, si legge nel rapporto. “Permangono rischi di fuoriuscita di idrogeno e dispersione di sostanze radioattive e anche il rischio di incendio è elevato”. I ripetuti bombardamenti avrebbero infatti danneggiato un’unità di pompaggio” il servizio anti-incendio dell’impianto.
E intanto un vasto incendio che ha causato l’esplosione di munizioni è scoppiato questa mattina in una base militare nella Crimea annessa alla Russia: lo ha reso noto il ministero della Difesa russo senza specificare la causa dell’incendio, scoppiato in un deposito temporaneo di munizioni di una base russa nel distretto settentrionale di Dzhankoy. Secondo il governatore della Crimea, Sergei Aksionov, due civili sono rimasti feriti.
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