Qatargate: Panzeri sta collaborando con la giustizia

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Antonio Panzeri sta collaborando con la giustizia belga nell’ambito dell’inchiesta per il Qatargate. E può essere considerato a tutti gli effetti un “pentito”.

La conferma arriva dalla Procura.

Così come prevede la legge belga, Panzeri e la Procura Federale hanno sottoscritto oggi un accordo che dovrà essere convalidato dai giudici della Camera di Consiglio.

Panzeri diventerà così a tutti gli effetti un collaboratore di giustizia ammettendo le responsabilità.

L’accordo è stato sottoscritto anche dai legali dell’ex eurodeputato, Laurent Kennes et Marc Uyttendaele. La conferma è arrivata con un comunicato in serata da parte della procura federale di Bruxelles, che spiega che l’accordo riguarderà “il modus operandi, gli accordi finanziari con gli altri Paesi coinvolti; le strutture finanziarie che sono state allestite, i partecipanti alle strutture e i benefici a loro offerti, il coinvolgimento di persone note e sconosciute all’investigazione, incluso l’identtà delle persone che lui ammette di aver corrotto”.

Nel comunicato la procura spiega che «è la seconda volta che nella storia giudiziaria del Belgio, da quanto è stata introdotta la cosiddetta legge “pentiti” (il rifermento alla legge italiana che favorisce le indagini di mafia), che è stato sottoscritto un memorandum di questo tipo. In entrambi i casi, il fascicolo è stato gestito dall’ufficio della procura federale».

Ed è proprio in questo quadro che arriva la prima ammissione di una consegna di denaro da parte di Panzeri che al giudice Michel Claise ha dichiarato di aver dato tra i 120 e i 140 mila euro a Marc Tarabella in più rate, mentre nel gruppo al parlamento europeo di discuteva sulla pozione da prendere sul rispetto dei diritti dei lavoratori impegnati nelle opere per i mondiali di calcio del Qatar.

L’interrogatorio di Panzeri è allegato alla richiesta di revoca dell’immunità parlamentare presentata all’assemblea europea nei confronti dello stesso Tarabella e dell’italiano Andrea Cozzolino . Ma mentre per il primo ci sarebbe la novità dei soldi ricevuti da Panzeri, per il deputato campano gli elementi resterebbero sempre quelli di una supposta partecipazione ad una «squadra» con Panzeri e Francesco Giorgi (entrambi in carcere a Bruxelles) in contatto con i servizi segreti del Marocco tramite l’ambasciatore di Riad a Varsavia.

All’inizio fermamente contrario a ogni apertura a favore del Qatar, Tarabella il 14 novembre 2022 intervenne nella apposita commissione ribaltando il suo giudizio. Secondo l’accusa, però, dopo aver ricevuto pressioni da Panzeri. Durante il blitz degli arresti di dicembre, l’abitazione di Tarabella in un centro nei pressi di Bruxelles fu perquisita alla presenza (come stabilisce la Costituzione belga) del presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.

Oggi non si è tenuta a Bruxelles l’udienza per il riesame della custodia cautelare di Antonio Panzeri. È stata dopo che lo stesso Panzeri ha deciso di ritirare il ricorso contro l’arresto del 9 dicembre per organizzazione criminale, corruzione riciclaggio. La prossima udienza per lo stesso esame non si terrà prima di un altro mese.

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Redazione Nazionale

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