Tel Aviv. Qual è la sorte del piccolo Eitan, sopravvissuto alla tragedia del Mottarone? La giudice Iris Ilotovich Segal ha impiegato al fine di decidere le due settimane che aveva a disposizione. Ha pubblicato la sentenza nel giorno in cui Eitan Biran era in compagnia della zia Aya Biran. Questa la decisione del Tribunale: il bambino deve ritornare in Italia con la sorella del padre Amit, morto nella strage del 23 maggio: infatti “lì è il suo ambiente di vita abituale”, da quando aveva un mese; inoltre “ha legami più forti con la famiglia” paterna.
Alla zia il giudice di Pavia aveva già affidato la tutela legale. Eitan era con lei quando il nonno materno Smhuel Peleg, indagato in Italia per rapimento, ha preso con sé il bambino. La giudice israeliana ha dato ragione ai Biran, che si erano rivolti al tribunale di Tel Aviv invocando la convenzione de l’Aja.
“Shmuel Peleg ha portato via il bimbo illegalmente” (è accaduto sabato 11 settembre, con un volo privato da Lugano): è condannato a pagare le spese processuali. Aya Biran è felice: ha lasciato Travacò Siccomario, in provincia di Pavia, per seguire le tre udienze e occuparsi di Eitan. Era stato disposto che in attesa della sentenza il bambino trascorresse le giornate con entrambe le famiglie, alla pari. I Peleg ricorreranno in appello. La nonna Esther (madre di Tal, morta nello schianto della cabinovia) e l’ex marito Shmuel affermano che il piccolo debba seguire “le tradizioni del suo popolo”.
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