Greenpeace ha avviato una serie di prelievi d’acqua nelle città di Latina e Aprilia, in parallelo a simili analisi in altre località come Caserta, Venafro, Isernia, Ceccano e Frosinone. Questi controlli fanno parte di una campagna nazionale per rilevare la presenza di PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche), noti per i loro effetti inquinanti e dannosi sulla salute umana.
I PFAS sono utilizzati per le loro proprietà idro e oleorepellenti in vari settori industriali e prodotti di largo consumo. Tuttavia, una volta rilasciati nell’ambiente, queste sostanze si degradano molto lentamente, causando inquinamento duraturo che può contaminare acqua potabile, aria e colture. Tra le possibili conseguenze per la salute, alcune molecole PFAS sono state correlate a gravi problemi come cancro, danni al fegato e alla tiroide, e un maggiore rischio di sviluppare diabete.
Greenpeace ha denunciato la mancanza di controlli ambientali uniformi su scala nazionale, sottolineando che il problema dei PFAS non riguarda solo regioni già note per la contaminazione come Veneto e Piemonte, ma potrebbe trasformarsi in una crisi sanitaria a livello nazionale se non affrontato adeguatamente. In Italia, i controlli sulle acque potabili sono ancora frammentari, lasciando ampie aree geografiche prive di verifiche adeguate.
Greenpeace sta conducendo questa campagna in modo indipendente dalle analisi condotte dall’Arpa Lazio, con l’obiettivo di sensibilizzare e migliorare la gestione dei rischi associati a queste sostanze tossiche.
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