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qualità uva eccellente

Qualità dell’uva buona ma produzione di vino in calo, -1%. L’Italia mantiene il primato mondiale

Pubblicato il 4 Settembre 2020

Qualità dell’uva buona se non ottima e in alcuni casi eccellente, per un’annata che si preannuncia interessante. Una quantità in linea con quella dello scorso anno (-1%, a 47,2 milioni di ettolitri) che mai come quest’anno risente della congiuntura economica e della conseguente misura di riduzione volontaria delle rese messa in campo dal Governo, oltre a quelle operate da molti Consorzi di tutela.

Una quantità che tuttavia dovrebbe consentire all’Italia di rimanere il principale produttore mondiale di vino, seguita dalla Francia con 45 milioni di ettolitri e dalla Spagna (42 milioni).

Qualità dell’uva buona ed è il quadro di sintesi, al netto di eventuali ulteriori eventi climatici avversi, relativo alle stime vendemmiali 2020 elaborato da Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini. Secondo il dossier a una quantità di uva leggermente inferiore alla media dell’ultimo quinquennio (-4%) fa da contraltare la particolare situazione economica internazionale, che registra una notevole riduzione degli scambi globali di vino (-11% a valore e -6% a volume nel primo semestre sul pari periodo 2019) e una contrazione, la prima dopo 20 anni di crescita, delle esportazioni del vino made in Italy (-4% nei primi 5 mesi), sebbene inferiore a quella dei principali competitor.

Qualità dell’uva buona ma sono elementi questi che hanno determinato difficoltà tra le imprese e un aumento seppure contenuto delle giacenze dei prodotti a denominazione (+5% per le Do a fine luglio) con conseguente limatura dei listini di Igt, Doc e Docg. In questo contesto economico ancora difficile la vendemmia in corso rappresenta, per caratteristiche quali-quantitative, una eccellente opportunità per la ripartenza del prodotto Italia, a maggior ragione se sostenuto da una adeguata campagna nazionale e internazionale di promozione del vino del Belpaese.

Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella: «L’annata 2020 si presenta con delle uve di ottima qualità, sostenute da un andamento climatico sostanzialmente positivo, che non possono che darci interessanti aspettative per i vini provenienti da questa vendemmia. Sotto il profilo fitosanitario – ha proseguito Cotarella – i vigneti si presentano sani anche se le precipitazioni degli ultimi giorni impongono un continuo monitoraggio da parte dei tecnici per valutare l’accrescimento dei grappoli e il controllo dei potenziali attacchi di patogeni. Intanto i primi riscontri analitici evidenziano delle gradazioni medio alte e un buon rapporto zuccheri/acidità, oltre ad un interessante quadro aromatico per le varietà bianche e tenori polifenolici medio alti nelle uve a bacca rossa. Preludio di interessanti e ottimi vini. L’alta qualità sarà elemento determinante per affrontare e superare il difficile momento che il mondo del vino e in generale il sistema produttivo mondiale stanno vivendo a causa dell’emergenza Covid».

Qualità dell’uva buona e per il presidente dell’Unione italiana vini (Uiv), Ernesto Abbona: «Il bilancio previsionale della vendemmia si annuncia positivo sia per la diffusa qualità delle uve, con diverse punte di eccellenza, sia per una quantità leggermente inferiore allo scorso anno che ci aiuterà a gestire il mercato in maniera equilibrata. Premesse importanti per valorizzare i listini di un’annata produttiva che ci attendiamo molto interessante. Adesso, quindi, diventa necessario sostenere la ripresa dei mercati e del nostro export con nuovi investimenti, aumentando per il prossimo triennio la dotazione dell’Ocm Promozione, orientando adeguatamente le risorse e iniziative del “patto per l’export” e utilizzando rapidamente i fondi avanzati dalle ultime misure del Governo a sostegno del settore, riduzione delle rese e distillazione di crisi».

AIUTI DALLO STATO. «Le risorse non utilizzate per alcuni degli interventi approvati nel corso dell’emergenza sanitaria rimarranno a disposizione del settore del vino». Lo ha ribadito oggi, nel corso della conferenza stampa sulla vendemmia 2020 organizzata da Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova.

«Magari non tutte le misure individuate hanno avuto il risultato immaginato all’inizio. Penso – ha aggiunto la ministra – alla misura sulla distillazione, definita dopo un confronto anche complicato con le Regioni, che ha assorbito 14 dei 50 milioni destinati. Risorse che resteranno a disposizione del settore. E poi, penso alla misura da 100 milioni di euro voluta per il contenimento della produzione dove sono stati utilizzati poco meno di 39 milioni di euro: anche in questo caso i fondi saranno riattivati in favore del settore ma dovranno essere spesi entro la fine di quest’anno. Per questo incontreremo la filiera fin dalla prossima settimana per cercare di usare le risorse con tempestività e nel migliore dei modi.

E – ha proseguito Bellanova – invito al confronto tutti i soggetti interessati nel più breve tempo possibile. Dobbiamo fare tutti uno sforzo in questa direzione».

TROPPA BUROCRAZIA Con avvio della vendemmia urgente semplificare strumenti per stagionali. E’ quanto sostiene Cia, che propone di prorogare permessi di soggiorno e modificare impianto lavoro accessorio. Ad aziende agricole serve manodopera, anche per raccolta olive

Lo chiede Cia spiegando che una semplificazione del lavoro occasionale si rende ancora più urgente ora, considerando il freno agli arrivi in Italia degli stagionali, soprattutto dai Paesi dell’Est Europa, a causa dell’emergenza Coronavirus.