Pubblicato il 18 Ottobre 2022
Comunicato stampa.
Gli Enti di competenza ministeriale, riuniti il 13 Ottobre a Roma, non hanno dato un parere unico positivo in merito al progetto inerente la Nave rigassificatore nel piccolo porto di Piombino.
Ciascuno, per conto proprio, ha scritto una serie di prescrizioni che condizionano e forse renderanno difficile, se non impossibile, la realizzazione del progetto! Un numero notevole di prescrizioni somiglia molto, per noi, ad una mancata approvazione. Sarà eventualmente la Magistratura, se chiamata in causa, a dare un giudizio su tutte quelle prescrizioni. Ci sembra quasi che a volte i tecnici, di fronte a situazioni particolarmente complesse, siano soliti ricorrere a prescrizioni progettuali che richiederebbero ulteriori studi o modifiche sostanziali, non nascondendo carenze del progetto e sottolineando che la scelta finale è di Chi amministra la cosa pubblica.
La SNAM continua, anche in questi giorni, a produrre “non risposte” alle domande dei vari soggetti che partecipano alle Conferenze dei Servizi.
Tra i tanti esempi citiamo quanto segue: la Capitaneria di porto di Piombino ha chiesto chiarimenti in merito all’area di danno determinata da SNAM ed in particolare quanto spazio occupi del canale di ingresso del porto. La SNAM risponde che ” l’area rossa praticamente non interessa il canale di ingresso in porto”.
E’ vero, dal progetto si desume che tale area non arriva fino al canale di ingresso ma prende solo parte delle banchina. Essa corrisponde, in caso di incidente, alla presenza di una radiazione termica tale da provocare la morte certa delle persone e persino la distruzione di strutture. Non viene evidenziato, in modo altrettanto esplicito, che quasi la metà del canale, parte dell’area addetta alle manovre delle navi e la banchina Nord sia inserita in un’area ugualmente pericolosa dove, in caso di incidente, alcune persone potrebbero morire(inizio letalità) e altre potrebbero subire danni irreversibili!
Quindi l’area di danno interessa anche il canale di ingresso del porto ed oltre. In questa area si prevede, a differenza della zona “rossa”, che chi non subirà danni saranno solo le strutture! Tutto questo è ben evidenziato dall’inviluppo delle aree di danno di tutti gli scenari incidentali a pag.26 del Rapporto preliminare di sicurezza mentre è più difficilmente individuabile dagli allegati forniti da SNAM nella risposta del 13 Ottobre, dove ciascun incidente è rappresentato separatamente.
Secondo le risposte fornite da SNAM dovranno essere prese da parte della Capitaneria delle decisioni molto importanti. In una nostra osservazione, facevamo notare che la limitazione al transito dei traghetti non poteva essere legata esclusivamente all’entrata e all’uscita delle metaniere perché l’area di danno calcolata da SNAM (per noi sottostimata) si estende sia allo specchio acqueo che all’ingresso del porto. Un traghetto che porta migliaia di persone non può passare dentro un’area a rischio!
Preso atto di quanto è avvenuto il 13 ottobre a Roma, invitiamo il Commissario ad aggiornare la conferenza dei servizi e concedere ulteriore tempo al procedimento. Vi è un altro punto da analizzare: l’ubicazione successiva ai tre anni della nave Golar Tundra, in base a quanto scritto dallo stesso Commissario in una lettera, agli atti, del 15/07/2022 nella quale dichiara “non posso autorizzare la permanenza della nave FSRU oltre tre anni nella banchina”. Questo aspetto del progetto non può essere rimandato ulteriormente o peggio ancora sparire dall’ordine del giorno della conferenza del 21 ottobre! Se la SNAM non comunica dove metterà la FSRU tra tre anni il Commissario ha un ulteriore motivo per aggiornare la Conferenza dei Servizi e non concludere il procedimento il 27 Ottobre. Noi restiamo comunque convinti che la FSRU non debba essere messa nel porto di Piombino nemmeno per un mese, perché una volta realizzati i lavori in banchina, il metanodotto e la stazione di collegamento alla rete nazionale realisticamente non sarà possibile spostarla.
Inoltre sarebbe importante, alla luce di quanto sopra esposto, un confronto ulteriore tra l’AdSP e la Capitaneria del Porto di Piombino con altri Enti come i Vigili del fuoco e il CTR, per elaborare nuove idee ed eventuali nuove decisioni. Tra l’altro ribadiamo che importantissimi pareri inerenti la sicurezza non sono ancora stati pubblicati sul sito della regione, pareri come quelli della AdSP e del CTR.
Pensiamo che i Vigili del fuoco del nostro territorio si trovino in una situazione particolarmente difficile, basti pensare a quanto dichiarato dai loro colleghi di Ravenna che si sentono più tranquilli, rispetto alla situazione di Piombino, essendo un elemento in più di sicurezza la collocazione in mare del rigassificatore a 8 Km di distanza dalla città, dichiarando “maggiore distanza mettiamo e meno rischiamo!”.
Riteniamo, per tutti i motivi sopra elencati, necessario maggior tempo per valutare correttamente le prescrizioni ed i nuovi documenti dei Ministeri, valutare i pareri ancora non pervenuti e l’istruttoria che non sappiamo nemmeno se sia stata eseguita dall’ufficio commissariale sulle relazioni tecniche elaborate dal Comune di Piombino e continuiamo a sostenere che la Regione Toscana non dovrebbe deliberare d’intesa solo con lo Stato per la collocazione in porto dell’impianto, ma impegnarsi con le varie Istituzioni a trovare soluzioni alternativa o altri siti meno impattanti per le persone, la sicurezza, la salute, l’ambiente.
Il Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia
La Piazza Val di Cornia