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Foggia

Il racconto indignato di Raimondo gravemente malato: “Dai 7 ai 15 mesi per una colonscopia ad Agrigento”

Pubblicato il 29 Novembre 2024

Che i tempi della sanità italiana per un esame urgente siano lunghi, per non dire biblici, è cosa ormai risaputa. L’ennesima conferma arriva dalla storia di Raimondo Moncada, agrigentino di 57 anni residente a Sciacca, che da tre anni sta combattendo contro un tumore. Come ha riferito l’Ansa Raimondo, per sottoporsi ad una colonscopia urgente attraverso il Cup, deve aspettare un periodo compreso tra i 7 e i 15 mesi.

La storia di Raimondo

Nel mese di ottobre Raimondo con la ricetta medica ha cercato di prenotare l’esame, ma la risposta dell’Asp lo ha gelato: la prima data disponibile, per una colonscopia a Sciacca, era il febbraio 2026. Il 57enne decide quindi di fare il 7 novembre l’esame a Cefalù in un ospedale convenzionato e la diagnosi è decisamente allarmante, anche considerando il suo stato di salute: l’esame deve essere ripetuto a strettissimo giro.

Raimondo si reca nuovamente all’Asp, ma la musica non cambia: c’è disponibilità a novembre 2026 in un ospedale vicino casa, oppure il 14 agosto 2025 nell’ospedale di Canicattì. Moncada ha poi spiegato che un medico gli ha consigliato di accettare qualsiasi data e qualsiasi destinazione, poiché poi l’avrebbero chiamato da una struttura, la Cur, operante in un progetto di abbattimento delle liste d’attesa.

Considerando l’urgenza della visita, e alla luce degli episodi preoccupanti per la sua salute, la moglie non può fare altro che prenotare privatamente in un centro diagnostico di Sciacca, dove Riccardo nel giro di una settimana si sottopone all’esame che avrebbe voluto e dovuto fare in un ospedale pubblico.

L’intervento di Schifani

La storia è giunta alle orecchie di Renato Schifani, presidente della Regione Sicilia, che ha chiesto all’assessore alla Salute Giovanna Volo di intervenire immediatamente sulla Asp di Agrigento per effettuare un’ispezione che verifichi la corretta gestione delle liste d’attesa. Schifani ha detto che si è sempre battuto per restituire dignità ai pazienti della sanità siciliana, partendo proprio dalla riduzione dei tempi di attesa per esami urgenti.

Sulla questione è intervenuto anche Giuseppe Capodieci, direttore generale dell’Asp di Agrigento, che non si è detto sorpreso della denuncia di Moncada poiché sono consapevoli che, a causa della carenza di personale e di risorse umane, questi esami richiedono purtroppo tempi di attesa molto lunghi su tutto il territorio. “Nondimeno, proprio perché parliamo di un vulnus significativo e spesso associato alle patologie oncologiche – ha spiegato – l’azienda è al lavoro per applicare dei correttivi e ridurre significativamente i tempi di attesa”.