Continuano a susseguirsi le ipotesi e i provvedimenti circa il caso della ragazza suicida a Lecce soltanto qualche sera fa. Istigazione al suicidio. E’ questa la prima pista e ipotesi di reato su cui sta lavorando la Procura della Repubblica di Lecce per chiarire le cause della morte della studentessa francese 21enne trovata senza vita domenica sera all’interno del suo appartamento situato nel quartiere San Pio a Lecce, in via Pappacoda. La ragazza si era trasferita nel capoluogo salentino da poche settimane tramite il “progetto Erasmus” e per studiare Filosofia all’interno dell’Università del Salento. In un messaggio di addio alla famiglia, recuperato dagli inquirenti in quella stessa abitazione e fatto risalire agli istanti precedenti al presunto gesto disperato e tragico, la ragazza scrive: “E’ difficile sopportare quanto accaduto”.
Questa è una prova sufficiente, secondo gli inquirenti, sia del presunto abuso sessuale subito, sia del gesto disperato che la 21enne avrebbe compiuto domenica sera, impiccandosi in casa. Circa la violenza nei confronti della ragazza suicida, intanto, si starebbero concentrando su un giovane salentino le indagini sulla presunta colpevolezza. Si tratterebbe di un ragazzo della provincia di Brindisi, che avrebbe frequentato l’abitazione della giovane nelle ore precedenti i presunti abusi, che il 19 ottobre scorso furono raccontati dalla stessa universitaria ai medici dell’ospedale ai quali si era rivolta, riferendo loro – come sarebbe scritto anche nel referto ospedaliero – di essere stata vittima di atti sessuali contro la sua volontà. L’Autorità Giudiziaria, intanto, ha disposto l’esame autoptico sul cadavere e sequestrato il telefonino della ragazza suicida per acquisire eventuali nuove prove che possano avvalorare l’istigazione al tragico gesto.
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