Dalle città

Ragazzine sghignazzano e si allenano tra le tombe del cimitero: rischiano fino a 3 anni

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Al cimitero bisogna avere sempre un atteggiamento sobrio per rispetto sia dei morti sia dei familiari, un monito che evidentemente è sfuggito a due ragazzine di Grosseto che invece proprio tra le tombe hanno effettuato delle flessioni e altri esercizi tra risate e sghignazzi. Per questa bravata le due giovani rischiano grosso e potrebbero essere denunciate per vilipendio delle tombe.

Risate e allenamenti tra le tombe nel cimitero di Grosseto

Nelle scorse ore una delle protagoniste ha postato un video all’interno di un cimitero di Grosseto, dove si vede una sua amica fermarsi nei corridoi e fare delle flessioni e altri esercizi di ginnastica. “Mai andare al cimitero con Sasha” – questa la didascalia che accompagnava il video, dove si sentono le risatine delle due ragazzine.

Il video ha fatto rapidamente il giro del web e ha suscitato grande sdegno in tutta la città, per questo motivo è stato poi rimosso. Il danno però era fatto e la notizia è giunta anche al sindaco della città Antonfrancesco Vivarelli Colonna che, come tutti gli altri utenti, ha condannato fermamente il gesto delle due ragazzine.

Leggo di ragazzine che hanno creduto bene di girare video al cimitero di Grosseto tra risate, balli e schiamazzi. Provo imbarazzo per loro. Mi auguro possano riflettere assieme ai propri genitori e imparare che certi luoghi meritano rispetto” – queste le parole del sindaco sulla sua pagina Facebook.

Cosa rischiano ora le due ragazze?

Intanto, come riferito dal giornale web locale IlGiunco.net, le due ragazzine rischiano seriamente di essere denunciate. Il presidente provinciale della Misericordia, Edoardo Boggi, si è già recato dai carabinieri per denunciare quanto accaduto.

Le due giovani sono accusate di aver violato l’articolo 408 del codice penale, quello che parla di “vilipendio delle tombe”, reato che può essere punito da 6 mesi fino addirittura a 3 anni di reclusione. Boggi tuttavia ha spiegato che il loro intento non è punitivo, quanto piuttosto di ammonimento, e ha invitato le due adolescenti a chiedere scusa, magari con l’intervento dei genitori.

“Se poi volessero venire di persona, faremo loro capire il lavoro sociale svolto dalla Misericordia. Anche nel soccorso alle persone, con le nostre ambulanze” – ha concluso il presidente.

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Redazione Nazionale

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