Lo stabilimento resterà in funzione fino al 31 dicembre. La comunicazione verbale della direzione aziendale al personale dipendente. I lavoratori confermano la protesta per giorno 12 novembre.
Ci sarebbe stata una comunicazione verbale della direzione aziendale ai rappresentanti sindacali: lo stabilimento Versalis chiuderà il 31 dicembre.
Il sito industriale del capoluogo, che ha fatto la storia della chimica in questa parte della Sicilia, chiude. Nessuna ipotesi, allo stato attuale, sul piano della riconversione. Centoventi lavoratori, al di là di chi potrà andare in pensione, restano senza alcuna prospettiva. Un vero e proprio dramma sociale. Resta riconfermata, invece, la giornata di protesta sindacale per il 12 novembre.
“Le scriventi organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Ragusa comunicano, ai sensi di quanto previsto dalla normativa vigente, l’adesione allo sciopero generale proclamato da Cgil, Cisl e Uil per il 12 novembre 2024, riconoscendosi nelle motivazioni: La dismissione annunciata rappresenta un attacco al cuore della chimica di base italiana. Venendo meno questa impalcatura strategica, le ripercussioni su tutto il settore chimico nazionale sono inevitabili, poiché si compromette la tenuta di un’intera filiera industriale. Il rischio è che un altro asset fondamentale per l’Italia sia lasciato alla mercé dei mercati esteri, indebolendo ulteriormente l’autonomia industriale del Paese.
Il progetto di trasformazione proposto da Eni appare debole e non rassicura sul futuro degli investimenti e sulla presenza industriale nel nostro territorio. Di fatto, registriamo la volontà di disimpegno di Eni dall’area ragusana, non emerge una chiara prospettiva di sviluppo né una strategia concreta di riconversione industriale, e non si registrano impegni chiari in termini di investimenti che possano garantire la salvaguardia occupazionale e il rilancio dell’economia locale a partire dalla continuità produttiva del sito”.
“La chiusura di Versalis – ancora scrivono i sindacati – rappresenta per Ragusa una drastica riduzione del tessuto industriale, con gravi conseguenze a livello occupazionale ed economico per l’intero territorio. Questo è solo l’ultimo segnale di un preoccupante processo di deindustrializzazione che sta colpendo il nostro Paese. A Ragusa ad oggi non è stato ancora fornito un cronoprogramma dettagliato che specifichi quando debba essere implementato questo piano di trasformazione.
Tuttavia, in altri siti si parla di una continuità produttiva garantita fino al 2025, mentre a Ragusa le produzioni si fermerebbero entro la fine del 2024. L’aggravante, inoltre, è che lo stabilimento di Ragusa, oltre a inaugurare questo piano di trasformazione che parte dalle dismissioni, è anche l’unico sito che non ha una prevista riconversione industriale, rimanendo escluso dagli investimenti annunciati da Eni per il futuro del settore.
Di fronte a questa situazione, richiamiamo con forza l’intervento del governo nazionale e regionale, a cui chiederemo una convocazione urgente. Pertanto, con decorrenza immediata è proclamato lo stato di agitazione con il blocco dello straordinario; l’astensione dal lavoro per giornalieri e turnisti sarà per l’intera giornata del 12 novembre 2024 con fermata degli impianti e con la seguente articolazioni.
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