La Rai blocca la fiction sul generale Dalla Chiesa (VIDEO)

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Carlo Alberto Dalla Chiesa non si può ricordare, ammirare, scoprire. No, in questo periodo non si può.

E già. Stop alla fiction “Il nostro generale”, su uno degli principali protagonisti della lotta alla mafia e che ha pagato con la vita professionalità, coraggio, senso del dovere.

La decisione, secondo quanto si apprende, è stata presa dalla Rai dopo la scelta della figlia Rita Dalla Chiesa di candidarsi alle elezioni per Forza Italia.

Rita Dalla Chiesa

Il rinvio della miniserie in quattro puntate, che doveva andare in onda su Rai1 dall’11 settembre, è stato deciso, insieme con quello della conferenza stampa di presentazione, sulla base del regolamento sulla par condicio varato dalla Commissione di Vigilanza, in osservanza della legge.

La fiction è dedicata al generale Dalla Chiesa nel quarantennale della strage di via Carini.

Il protagonista è Sergio Castellitto, mentre la regia è di Lucio Pellegrini e Andrea Jublin.

Nessun rinvio, invece, per la replica della vecchia serie Il generale Dalla Chiesa con Giancarlo Giannini, che dovrebbe andare in onda il 3 settembre. 

Il generale dei carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa il 3 settembre del 1982 a Palermo, è vittima di un agguato mafioso insieme con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo.

Carabiniere figlio di carabiniere, Dalla Chiesa ha passato la sua vita a combattere la malavita del nord, la mafia siciliana e le brigate rosse.

Dalla Chiesa era nato a Saluzzo (Cn) il 27 settembre del 1920, suo padre era un ufficiale dei carabinieri, che diverrà vicecomandante generale dell’Arma come poi il figlio. Il giovane Carlo Alberto a 22 anni indossa la divisa dei carabinieri. Riceve il suo primo incarico in Campania, alle prese con il bandito La Marca. In occasione del terremoto del Belice, nel 1968, organizza i soccorsi. Non c’era la protezione civile a quel tempo, e per ringraziarlo i Comuni di Gibellina e Montevago gli diedero la cittadinanza onoraria.

Arriva poi in Sicilia. Per l’isola sono anni duri: a Palermo scompare il giornalista Mauro de Mauro (16 settembre 70), viene ucciso il procuratore Pietro Scaglione (5 maggio 71). Dalla Chiesa indaga sui due casi e tira fuori il rapporto dei 114, una mappa dei nuovi e vecchi capimafia siciliana, in cui compaiono per la prima volta nomi che torneranno spesso nelle cronache di fatti mafiosi e che allora erano ignoti ai più: Frank Coppola, i cugini Greco di Ciaculli, Tommaso Buscetta, Gerlando Alberti.

Nel 1973 Dalla Chiesa diventa generale e assume la guida della divisione Pastrengo a Milano, c’è da fronteggiare l’era sanguinosa del terrorismo rosso che si fa strada. Dopo il sequestro del giudice Sossi a Genova, il generale infiltra nelle br un suo uomo, Silvano Girotto, detto ‘’frate mitra’’, e arresta i padri storici del brigatismo, tra cui Renato Curcio e Alberto Franceschini.

Nel 1975 i carabinieri di Dalla Chiesa, nel corso di una operazione che porta alla liberazione dell’industriale Gancia, uccidono la moglie di Curcio, Margherita Cagol. Tempo dopo il generale riprende Curcio e altri brigatisti evasi dal carcere di Casale Monferrato. Ed è sua l’idea di rinchiudere i brigatisti nelle carceri di massima sicurezza (Cuneo, Asinara, Trani e Favignana, e poi Palmi).

Nel 1981 Dalla Chiesa diventa vicecomandante dell’Arma; poi il 2 maggio 1982 la nomina a prefetto di Palermo. Ed è qui che solo quattro mesi dopo troverà la morte.

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Redazione Nazionale

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