« Torna indietro

Rai

Rai, il valzer delle sorprese: Flavio Insinna che disarciona Pino Insegno e le altre novità

Pubblicato il 7 Novembre 2023

Flavio Insinna all’Eredità, dove era previsto l’approdo di Pino Insegno. E poi il ritorno di Massimo Giletti, Renzo Arbore e Giovanni Minoli. Ma anche la suggestione di Alessandro Baricco con un programma culturale.

La Rai si attrezza a rispondere colpo su colpo al via vai di personaggi, l’ultimo Corrado Augias passato a La7, che caratterizza la tv in questo secondo semestre. E le stagioni dei palinsesti assomigliano sempre di più a quelle del calciomercato, in cui le squadre si strappano i campioni a suon di contratti. Qui però c’è molto di più: c’è la politica., riferisce con un’esclusiva il Corriere.

Così la notizia che Flavio Insinna, da gennaio, starebbe per tornare al timone dell’Eredità, campione di ascolti, fa rumore perché a quella conduzione era destinato Pino Insegno, i cui ascolti de “ll Mercante in Fiera” su Rai2 hanno sconsigliato i vertici Rai dall’assegnargli una delle trasmissioni più viste di Rai1. Sulla quale peraltro la Rai non decide da sola, visto che il titolare del format, che è Banijay, ha diritto di concordare la conduzione.

 La decisione sarebbe ormai stata presa al settimo piano di viale Mazzini, dove l’amministratore delegato Roberto Sergio sta già lavorando alla prossima stagione, sfruttando il tempo che non ha avuto per la scorsa, quando i programmi sono stati decisi nel giro di un solo mese. 

Gli errori si pagano: la trasmissione di Insegno su Rai2 non è andata come doveva, come del resto era stato per quella di Drusilla Foer, fortemente voluta dall’allora direttore Stefano Coletta, che pure aveva scommesso su quella fascia oraria assai difficile.

L’addio di Augias ha colpito i vertici Rai, che l’hanno appreso dal Corriere. Il conduttore era stato confermato insieme con Giorgio Zanchini e avrebbe ancora un’opzione per riprendere «La gioia della musica» che, a  questo punto, se quella de La7 è un’esclusiva, sfumerà. Ma c’è già l’intenzione di affidare quello spazio in palinsesto a altri: l’idea che circola è lo scrittore Alessandro Baricco.

 Certo è invece il ritorno di Massimo Giletti su Rai1 per le celebrazioni della Radio e della Tv in programma e poi, da aprile, con le inchieste giornalistiche. Del tutto nuovo invece il format che verrebbe affidato a Renzo Arbore che su Rai2 intesserà i ricordi dei suoi successi. 

E se Antonio Di Bella, che dalla Rai è uscito da pensionato, potrebbe passare a La7, a Rai3 rientrerà Giovanni Minoli con “La storia siamo noi” che sarà una sorta di fil rouge tra le celebrazioni di radio e tv.

 Al fuoco di fila di polemiche sugli ascolti che ha investito la Rai, alimentando la protesta dell’opposizione politica, Sergio intanto oppone il successo del ritorno di Fiorello e l’arrivo di Marco Mengoni come coconduttore del Festival di Sanremo.

Intanto sul fronte del canone, ristabilita la pax con Mediaset sul tetto degli spot, nel governo si lavora a fornire alla Rai le risorse necessarie agli investimenti e a bilanciare il carico del debito (650 milioni) che i nuovi vertici si sono ritrovati a gestire. Un segno di fiducia agli attuali vertici che palazzo Chigi sembra ritenere oggetto degli stessi attacchi strumentali che investono quotidianamente il governo.

 Lunedì scorso i produttori di Anica, guidati da Francesco Rutelli, che hanno incontrato Sergio e il dg Giampaolo Rossi, hanno sottolineato la centralità del ruolo della Rai per la vitalità dell’intero settore.