Cronaca

Rapina choc alla Mondialpol di Sassari: auto in fiamme e chiodi in strada per prepararsi la fuga

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La sera del 28 giugno, poco dopo le 20, si è scatenato l’inferno alla Mondialpol nella periferia di Sassari. Una ventina di banditi sarebbero entrati in azioni, con metodiche militari e una strategia curata sin nei minimi particolari, riuscendo a portare via svariati milioni di euro. La rapina è stata portata a termine nel giro di mezz’ora e il piano era stato studiato evidentemente da anni.

La rapina da “film” nel caveau

La rapina ricorda molto un’altra risalente al 2016: i malviventi hanno fatto irruzione del caveau facendosi strada a colpi di kalashnikov, sparando diversi colpi anche contro un’auto dei carabinieri sopraggiunta sul posto. In base alla ricostruzione fatta finora una parte dei malviventi è entrata nel caveau, mentre un’altra parte della banda era impegnata a bloccare tutte le vie d’accesso.

Le modalità della rapina sono state “da film”: i banditi hanno usato un escavatore, portato a bordo di un autoarticolato, per sfondare le mura dell’edificio. In seguito hanno usato il braccio dell’escavatore che, dopo aver superato il muro di cinta, ha afferrato il caveau dove c’erano i soldi destinati al pagamento delle pensioni nei prossimi giorni.

I rapinatori hanno usato strategie militari ed erano ben preparati: indossavano tute nere, passamontagna e giubbotti anti-proiettile. Hanno sparato in aria per spaventare le guardie giurate, dopodiché hanno caricato i sacchi di denaro per poi scappare a bordo di un Fiat Ducato Bianco. Choc e terrore nella zona limitrofa, dove molti residenti erano in strada per gli acquisti o stavano facendo rientro a casa dopo il lavoro.

La fuga

Anche la fuga, proprio come l’assalto al caveau, è stata organizzata minuziosamente. Nelle aree circostanti, dove le forze dell’ordine sarebbero potute intervenire, i criminali hanno cosparso sulla strada chiodi e hanno anche incendiato delle auto per creare ancora più caos e favorire la loro fuga. Sulla loro strada avrebbero trovato anche alcune pattuglie delle forze dell’ordine, ma non avrebbero esitato a sparare colpi ad altezza d’uomo, quindi potenzialmente letali. In ogni caso, fortunatamente, nessun carabiniere risulta ferito. In seguito hanno imboccato la statale 131 in direzione Cagliari, facendo definitivamente perdere le loro tracce.

La polizia e i carabinieri hanno subito avviato le indagini, mentre un elicottero dell’Arma ha sorvolato la zona per provare a individuare i malviventi in fuga monitorando le vie d’uscita della città. Sono stati dispiegati centinaia di uomini nell’area per tutta la notte, ma le ricerche sembrano non abbiano dato risultati.

La frustrazione dei sindacati dei carabinieri

Dopo questa scioccante rapina c’è grande preoccupazione tra i sindacati dei carabinieri che, in una nota firmata da Davide Satta, segretario generale nazionale aggiunto dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (Usic), ha dichiarato quanto segue: “La rapina a Sassari ha dimostrato come i mezzi di protezione delle vetture delle forze dell’ordine possano evitare un funerale. Le stazioni che talvolta coprono i turni del reparto Radiomobile, non hanno gli strumenti di protezione idonei alla loro tutela”.

Anche Antonio Serpi, segretario generale del Sim Carabinieri, ha espresso una profonda preoccupazione per la determinazione e la violenza dimostrata dai malviventi. Il segretario nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri (Nsc) ha invece evidenziato la sproporzione esistente tra l’aumento di una criminalità sempre più spietata e feroce da un lato e i mezzi a disposizione delle forze dell’ordine inadeguati dall’altro.

Il segretario ha detto che c’è poco personale, tra l’altro con un’età media piuttosto elevata, e un parco auto non adeguato, chiedendo che le stazioni vengano dotate di un parco auto provvisto di blindatura per resistere meglio agli urti e ai colpi d’arma da fuoco.

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Redazione Nazionale

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