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Rave party abusivo al Valentano, il titolare dell’azienda chiede danni al Viminale. Arriva la terribile beffa: “Ha torto, paghi 10.000 euro di spese”

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Era l’estate del 2021 quando circa 10.000 persone si riunirono per un rave party abusivo su un terreno a Valentano, a Viterbo. Il titolare di un’azienda agricola vicina, Piero Camilli, ha chiesto al Viminale un risarcimento: 588.476 euro di danni a nome dell’azienda, e altri 50.000 a nome di Roberto Camilli, figlio di Pietro. Il tribunale ha però respinto la richiesta di Piero, condannandolo quindi a pagare le spese processuali pari a 10.591 euro.

Rave party abusivo, la sentenza del tribunale

Il rave party abusivo nel viterbese, il Teknival Space Travel, durò fino al 19 agosto e proseguì per diversi giorni anche dopo la morte di una persona. Negli atti della sentenza è specificato che il terreno, dove si estende l’azienda agricola, è stato invaso da un flusso di persone e di mezzi, con la creazione di una situazione caratterizzata da condizioni igieniche precarie, e anche di spaccio e uso indiscriminato di droghe pesanti e leggere. Sul terreno si trovavano anche animali al pascolo, spaventati e in alcuni casi uccisi e l’evento non autorizzato ha anche provocato un morto. Camilli, come ha spiegato a La Verità, ha chiesto i danni al ministero poiché su 10.000 persone ne è stata arrestata solo una, un albanese tra l’altro in carcere per altri motivi. “A chi devo chiedere i danni, a lui?” – ha sospirato l’imprenditore.

Le motivazioni dell’imprenditore

L’imprenditore ha chiesto i danni al ministero poiché, secondo lui, non sono state adottate tutte le misure necessarie per bloccare sul nascere un evento abusivo e non autorizzato. Gli avvocati del ministero hanno però ribadito che l’azienda di Camilli non era proprietaria del terreno e che i danni provocati dall’invasione di terreni privati possono ricadere solo su coloro che attuano tale condotta. I giudici hanno poi spiegato che all’epoca dei fatti non era ancora in vigore il decreto anti-rave del governo Meloni, introdotto successivamente nel 2022 per porre un argine ad eventi simili non autorizzati e colpire penalmente gli organizzatori di rave party illegali. All’epoca dei fatti quindi non era configurabile un obbligo giuridico delle forze di polizia italiana di intervenire e impedire la condotta di raduno di persone sul territorio italiano.

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Francesco Ferrara

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