Dal taglio della torta ai caffè costati 60 euro, quella appena passata sarà ricordata come l’estate degli scontrini pazzi che ha suscitato molte polemiche. Se l’epopea degli scontrini sembra essere passata, una nuova epoca è iniziata: quella delle recensioni, un’arma a doppio taglio per i titolari di ristoranti, pizzerie e locali.
Oggi “tira” molto la riprova sociale e quindi molti consumatori, prima di scegliere un locale, leggono le recensioni dei precedenti clienti per farsi un’idea del servizio e della bontà delle pietanze. Capita però a volte di incappare in recensioni senza senso o davvero fuori luogo, come quella rilasciata da un utente alla pizzeria “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi, che in poche ore ha fatto il giro del web.
Un utente che ha mangiato nel locale ha recensito la pizzeria con una sola stella, non tanto per il cibo che anzi è stato giudicato ottimo, quanto per i “frequentatori” del locale non di suo gradimento.
“Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay – ha scritto l’utente – non mi sono accorto subito perché sono stati composti, e un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà, mi dispiaceva ma non mi sono sentito a mio agio. Peccato perché la pizza era eccellente e il dolce ottimo, ma non andrò più”.
I titolari però hanno “girato la frittata” e sono stati loro a chiedere all’utente di non tornare più. Giovanna Pedretti, che col marito Nello gestisce la pizzeria, ha reso nota la vicenda su Facebook dove ha scritto: “Egregio cliente, apprezziamo il suo impegno per valutare il nostro servizio attraverso la sua recensione. Nonostante questo ci tenevo a farle presente che il nostro locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai nostri ospiti sono l’educazione e il rispetto verso ognuno”.
Dopo questo preambolo, è arrivata poi la stoccata al cliente “intollerante” e “omofobo”: “Le sue parole di disprezzo verso ospiti che, non mi sembra vi abbiano importunato, mi sembra una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole. Ci tengo inoltre a sottolineare che non è passato inosservato il suo sguardo infastidito anche verso il ragazzino in carrozzina…detto ciò, a fronte di queste bassezze umane e di pessimo gusto, credo che il nostro locale non faccia per lei. Non selezioniamo i clienti in base ai loro gusti sessuali e men che meno la disabilità. Le chiediamo gentilmente di non tornare da noi, a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati”.
Come ha raccontato Il Corriere di Milano il locale porta avanti una lodevole iniziativa, la cosiddetta “pizza sospesa” che ha destinato 200 buoni all’associazione “Genitori amici dei disabili”. La Pedretti ha fatto sapere che il ragazzo disabile, di cui parlava il cliente, era proprio destinatario del buono. “Ho deciso di pubblicare sulla nostra pagina Facebook il post – ha concluso la titolare – e rendere pubblica questa triste vicenda che sicuramente mi ha scosso molto. Sono convinta che sia necessario avere maggiore umanità in questo mondo”. Tantissimi i commenti degli altri utenti che hanno fatto i complimenti alla titolare per l’educazione e la fermezza con le quali ha risposto.
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