Pubblicato il 9 Marzo 2021
Almeno il 50 per cento delle risorse complessive del Next Generation Eu per l’Italia vada al Sud del paese e gli interventi siano definiti coinvolgendo davvero le Regioni, le realtà locali e le parti sociali, che sono nelle migliori condizioni per valutare le esigenze di investimento a livello territoriale.
E’ quanto ha fatto presente oggi, nel suo intervento al Comitato europeo delle Regioni, il vicepresidente della Regione Siciliana e assessore all’Economia, Gaetano Armao.
«Il Next Generation Eu è un’occasione irripetibile di ripresa economica e di crescita per l’insieme paese», ha detto Armao, ma va utilizzato «mantenendo una coerenza lineare tra la destinazione delle risorse e le ragioni che hanno permesso all’Italia di farla diventare il primo beneficiario tra i paesi membri dell’Unione». Ovvero, la presenza del Mezzogiorno e il grande divario che esiste col Centro-Nord del paese. Ecco perché c’è bisogno di rivedere il Piano nazionale di rinascita e resilienza varato a gennaio dal governo senza un adeguato coinvolgimento delle Regioni.
Il ragionamento dell’assessore all’Economia sulla quantificazione delle risorse da destinare al Sud prende le mosse dal fatto che il programma Next Generation Italia, per la parte di risorse europee, è composto da tre contenitori specifici: il Pnrr per 209,9 miliardi, il React Eu per 12,5 miliardi, il Just Transition Fund per 1,5 miliardi. In totale sono 223,9 miliardi. A loro volta i 209,9 miliardi del Pnrr vanno suddivisi in tre ambiti: 68,9 miliardi sono sovvenzioni a fondo perduto, 87,5 miliardi i prestiti per finanziare interventi già in essere coperti con risorse nazionali; 53,5 miliardi gli ulteriori prestiti per finanziare nuovi interventi.
Secondo Armao, la ripartizione dei 68,9 miliardi a fondo perduto, «nella prospettiva del diritto europeo» dovrebbe essere fatta sulla base di criteri quali popolazione, pil pro capite e tasso di disoccupazione negli ultimi 5 anni. Il che porterebbe a destinare il 66% delle risorse, 44,45 miliardi al Mezzogiorno e il 34%, 23,45 miliardi, al CentroNord. Un’equazione valida, in assenza di altri criteri, anche per le somme del Pnrr relative ai prestiti destinati a nuovi investimenti, ovvero 53,5 miliardi. «In termini generali – conclude Armao – si potrebbe comunque considerare equa una distribuzione che garantisce al Sud almeno la metà delle risorse complessive previste dal Next Generation Eu».