Recovery plan: 62 volte agricoltura nel Piano Draghi

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Per ben 62 volte la parola agricoltura viene richiamata nel Piano nazionale di ripresa e resilienza varato dal Governo di Mario Draghi, che traccia il percorso dell’Italia nei prossimi anni con l’uscita dall’emergenza Covid. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sul testo del Recovery plan, con il record di citazioni per tutti i termini che disegnano la rivoluzione green dell’Italia del futuro. Alle citazioni sull’agricoltura – rileva l’indagine della Coldiretti – si aggiungono quelle per il verde (62 volte), natura (63), territorio (242), filiera (46), agroalimentare (12), sostenibilità (44), idrico (56), biodiversità (27), rurale (21), alimentare e agroalimentare (29) e green (32) che raccontano i temi e i progetti che si intrecciano in un settore che nell’anno della pandemia è diventato la prima ricchezza del Paese con – sottolinea la Coldiretti – 538 miliardi di euro di fatturato, 3,6 milioni di occupati e quasi 740mila imprese agricole impegnate nella produzione per garantire le forniture alimentari alle famiglie italiane. Il Pnrr varato dal premier Mario Draghi riconosce al comparto, grazie all’impegno del ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli, il valore di risorsa strategica stanziando 5,27 miliardi per economia circolare e agricoltura sostenibile, per investimenti che vanno dalla logistica alle energie rinnovabili, dall’innovazione ai contratti di filiera per i quali Coldiretti e Filiera Italia hanno già pronti numerosi accordi per gli allevamenti da carne e latte, per quelli avicoli, per l’ortofrutta, i cereali e l’olio. Il piano assegna 1,9 miliardi per lo sviluppo del biometano, nel quale l’agricoltura italiana è all’avanguardia. Sfruttando gli scarti agricoli delle coltivazioni e degli allevamenti – sottolinea Coldiretti – i mini impianti per il biometano possono contribuire al raggiungimento dell’obiettivo europeo del contenimento delle emissioni con una evoluzione tecnologica, che rappresenta una parte significativa degli sforzi per modernizzare in senso sostenibile l’economia italiana. Nel Recovery plan – spiega Coldiretti – vengono previsti 4,38 miliardi di euro per acqua e tutela del territorio e la gestione del patrimonio idrico del Paese fra infrastrutture, riduzione delle perdite di rete e investimenti sull’agrosistema irriguo con il Piano invasi proposto dalla Coldiretti per risparmiare acqua, produrre energia e contrastare il dissesto idrogeologico di fronte ai cambiamenti climatici, che hanno provocato danni per 14 miliardi di euro alle produzioni e alle infrastrutture agricole in un decennio. Uno scenario green per l’Italia che assegna all’agricoltura un ruolo da protagonista con – sottolinea la Coldiretti – 630 milioni di euro per il verde urbano, parchi e giardini storici, 600 milioni per la riqualificazione degli edifici e del paesaggio rurale nei piccoli borghi. Risulta strategico per la ripartenza del Paese anche l’investimento di 6,31 miliardi per le reti ultraveloci per colmare i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane con quasi 1 famiglia su 3 (32%) che vive in campagna non dispone di una connessione a banda larga, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat. L’azzeramento del digital divide italiano – sottolinea la Coldiretti – è strategico per l’innovazione e la svolta tecnologica dell’agricoltura 4.0, che ha generato in Italia un fatturato intorno ai 540 milioni di euro nel 2020, con una crescita di circa il 20% rispetto all’anno precedente. Ma c’è da recuperare con il Recovery plan anche il grande gap infrastrutturale che ogni anno – evidenzia la Coldiretti – rappresenta per l’Italia un danno in termini di minor opportunità di export al quale si aggiunge il maggior costo della “bolletta logistica” legata ai trasporti e alla movimentazione delle merci fra le regioni della penisola e verso il resto del mondo. “L’agricoltura italiana è una risorsa fondamentale per avviare una nuova stagione di sviluppo economico e lavoro per il Paese” spiega il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare “per questo dobbiamo mettere in campo gli strumenti per aiutare tutte le aziende nei processi di innovazione e di maggiore sostenibilità, per agevolare la transizione verso un modello di economia circolare che migliori l’efficienza nell’uso delle risorse con una decisa semplificazione burocratica e dei servizi”.

Redazione Nazionale

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