Pubblicato il 12 Gennaio 2022
Per il raid compiuto alla Scala dei Turchi (Agrigento) imbrattata con una sostanza rossa nella notte fra venerdì e sabato, sono stati individuati i responsabili: sono due pregiudicati di Favara, uno è un personaggio noto alle cronache. Si tratta di Domenico Quaranta, noto alle cronache come “l’imbianchino convertito all’Islam” dopo gli attentati terroristici alla Metropolitana di Milano nel 2002 e alla Valle dei Templi, e di un suo complice, anch’egli pregiudicato. I due uomini sono stati denunciati a piede libero.
Le indagini alla Scala dei Turchi
Le indagini lampo (sono infatti bastati 3 giorni) condotte dai carabinieri di Realmonte e i colleghi della Compagnia di Agrigento hanno consentito di individuare e fermare gli autori dello scempio.
Ad attirare l’attenzione dei militari dell’Arma un furgone bianco che nella notte dello scorso sabato, si aggirava nei pressi della falesia agrigentina. E vagliati i singoli frame delle immagini delle telecamere di sorveglianza della zona, i carabinieri hanno potuto identificare la targa del mezzo e risalire così a chi ha agito in maniera violenta contro la nota Scala dei Turchi.
Infatti, dalle immagini della videosorveglianza i militari dell’arma hanno individuato due persone che sono scese dal furgone, trascinando dei misteriosi sacchi, probabilmente contenenti proprio la polvere di ossido di ferro, con la quale è stata imbrattata la zona (creando una vera e propria ferita al territorio).
Le successive perquisizioni hanno permesso il ritrovamento, a casa di uno dei due pregiudicati, di guanti sporchi di ossido di ferro, la sostanza utilizzata per il raid. Ossido di ferro è stato trovato anche nel furgone.
Pluripregiudicato
“Risulta pluripregiudicato con diversi precedenti giudiziari e di polizia fra i quali un’altra azione di danneggiamento ai danni della marna di Punta Bianca. – Spiega il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio a proposito di Domenico Quaranta – Risulta essere già stato sottoposto a misura di prevenzione. Da ultimo è sottoposto a divieto di avvicinamento ad Agrigento disposto dalla Questura“.
Ma cosa c’è dietro l’ultimo raid vandalico? “Si ipotizza un atteggiamento di generica e vaga contestazione nei confronti del sistema e delle forze dell’ordine – annuncia Patronaggio – come è dato scorgere sulle pagine dei social dell’indagato”.
La sua pagina Instagram è un vero e proprio delirio contro il “sistema” e contro le forze dell’ordine.
“I carabinieri sono intervenuti nell’immediatezza – ha commentato l’operazione il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, il colonnello Vittorio Stingo – per individuare subito gli autori di questo crimine ad opera di scellerati che ha deturpato uno dei beni paesaggistici più importanti della Sicilia e sono state raccolte e visionate le immagini di 50 diverse telecamere”.