A gennaio del 2023 si diffuse la notizia che un uomo ricattò la famiglia di Michael Schumacher, chiedendo soldi per non pubblicare in rete foto che ritraevano l’ex campione del mondo di Formula 1 ridotto ormai ad un vegetale. Dopo il terribile incidente in sci il 29 dicembre 2013, la moglie Corinna ha fatto calare una cortina impenetrabile per proteggere la privacy del marito, ma nonostante tutte le precauzioni prese qualcosa è andato storto. In più occasioni qualcuno ha provato a trafugare cartelle cliniche e a scattare foto per poi rivenderle ai giornali online.
Di sciacalli e avvoltoi che si sono avventati su Michael Schumacher ce ne sono stati tantissimi in questi anni e si sono contati numerosi episodi a dir poco controversi. Ad esempio la famiglia si è infuriata per un’intervista fatta all’ex pilota di F1 con l’Intelligenza Artificiale dal magazine tedesco Die Aktuelle, chiaramente fake.
L’ultima persona che avrebbe cercato di trarre beneficio da questa drammatica situazione sarebbe una guardia del corpo, un insospettabile, poiché lavorava nella famiglia Schumacher da 8 anni e il suo compito era proprio sorvegliare gli ambienti domestici e tutelare la privacy dell’ex campione. Proprio perché si era guadagnato ormai la fiducia della famiglia aveva accesso agli ambienti più intimi della casa.
La famiglia Schumacher ad un certo punto ha deciso di tagliare ulteriormente il personale, anche per una questione economica, e così la guarda del corpo è stata licenziata. L’uomo in qualche modo sarebbe entrato in possesso di materiale privato, contenente circa 1500 foto e 200 video dell’ex ferrarista più diversi rapporti diagnostici sulle sue condizioni.
Il bodyguard, insieme al figlio e ad un amico, avrebbe raccolto quell’enorme mole di dati e contenuti in 4 chiavette usb e un paio di hark disk, dopo che gli è stato comunicato il licenziamento. Tramite un numero sconosciuto alla famiglia del tedesco sarebbero arrivati messaggi minatori e ricattatori, il cui contenuto era più o meno questo: “Pagate 15 milioni di euro o le foto di Michael finiscono in pasto al web”. Per rendere il tutto più credibile i ricattatori avrebbero inviato anche foto dell’ex campione. Secondo le indagini i ricattatori, che avrebbero chiesto il pagamento in due rate, avevano anche stabilito il luogo per lo scambio: uno studio legale della famiglia del tedesco.
La famiglia ha invece denunciato il tutto e la polizia tedesca, insieme a quella svizzera, con un’operazione congiunta hanno individuato i responsabili. E così sono scattate le manette per la guardia del corpo e per il figlio: il primo con l’accusa di estorsione, il secondo di favoreggiamento. Guai anche per l’amico della guardia del corpo, uscito su cauzione. Il prossimo mese si svolgerà l’udienza per stabilire se avviare o meno il procedimento contro le persone coinvolte. I pm hanno chiesto 4 anni di carcere ma, considerando la cifra monstre chiesta per il riscatto, la pena potrebbe essere anche più severa.
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