Lo scorso marzo Riccardo Bossi fu indagato per percezione indebita del reddito di cittadinanza e adesso è arrivata la sentenza che condanna il figlio del “Senatur” a 2 anni e 6 mesi con l’accusa di false attestazioni per ottenere il reddito di cittadinanza.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Riccardo Bossi avrebbe percepito indebitamente il reddito di cittadinanza tra il 2020 e il 2023, precisamente 280 euro al mese pr 43 mesi, per un totale di 12.800 euro di cui non aveva diritto. A quanto pare l’erogazione del reddito era legata al canone di locazione da dove però Bossi era stato sfrattato per morosità nel 2019.
L’irregolarità è stata scoperta durante una serie di controlli a campione da parte della Guardia di Finanza, che nel corso di questi anni ha pizzicato tantissimi “furbetti” del reddito da Nord a Sud. Al figlio del “Senatur” è stato contestato di aver dichiarato il falso al momento della presentazione dei documenti finalizzati a ottenere il reddito di cittadinanza, nello specifico la dichiarazione sostitutiva unica “Inps Isee”.
La pm, al cospetto della quale Bossi si era avvalso della facoltà di non rispondere, aveva chiesto una condanna di 2 anni e 4 mesi, richiesta non solo accolta ma anche aumentata dal giudice di altri 2 mesi.
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