Pubblicato il 23 Agosto 2022
Cresce in maniera preoccupante il fenomeno delle baby gang che, in questi periodi di vacanza, “colonizzano” soprattutto i luoghi di villeggiatura, come Riccione. Proprio la località balneare sulla riviera romagnola è stato l’oggetto di uno scontro social piuttosto aspro tra il rapper Emis Killa e il sindaco di Riccione, Daniela Angelini.
Il tweet della polemica: “Riccione come Marsiglia”
Emis Killa, particolarmente attivo su Twitter, un paio di giorni fa ha “cinguettato” così: “Tanto per rimanere in tema, Riccione è diventata Marsiglia comunque. Una volta i giovani andavano lì a divertirsi, le famiglie anche. Ora dopo le 18:00 se sei un bravo ragazzo devi avere paura a farti una passeggiata sul lungomare. Le manganellate nelle ginocchia ci vogliono”.
Tanto per rimanere in tema, Riccione è diventata Marsiglia comunque. Una volta i giovani andavamo li a divertirsi, le famiglie anche. Ora dopo le 18:00 se sei un bravo ragazzo devi avere paura a farti una passeggiata sul lungomare. Le manganellate nelle ginocchia ci vogliono.
— Emis Killa (@RealEmisKilla) August 21, 2022
É bastato questo tweet per suscitare un vespaio di polemiche. Alcuni utenti accusano gli stessi rapper che, con i loro testi diseducativi, sono un pessimo esempio per i giovani, altri invece gli danno ragione sostenendo che la città ormai da diverso tempo è in mano alle baby gang.
La risposta del sindaco Daniela Angelini
La polemica, per quanto feroce, era rimasta confinata sul profilo Tweet di Emis Killa. La voce però deve essere giunta alle orecchie del sindaco di Riccione, Daniela Angelini, che in un polemico post su Facebook risponde a muso duro al rapper: “Sono indignata dalle parole di Emis Killa. Le respingo con forza e le ritengono frutto di assoluta malafede, ha raccontato una Riccione che non esiste.
A tutela dell’onorabilità della città che rappresento, dei nostri operatori, dei cittadini e degli ospiti stessi che amano Riccione, i nostri legali sono già al lavoro per procedere con le opportune azioni giudiziali, volte a punire questa gratuita diffamazione e a ottenere il risarcimento del danno d’immagine conseguente.
La stessa valutazione verrà fatta nei confronti di esponenti politici nazionali che per meri scopi elettorali intendono cavalcare questa azione denigratoria”.