Fa ricorso per entrare al cimitero in bici, ma quando vince è già morto

A causa di un problema alla schiena, visitare la tomba della moglie a piedi era diventato troppo difficile, così ha deciso di intraprendere una causa legale, ma il suo successo è arrivato solo dopo la sua morte.

Leonardo Colombo Giardinelli, 88anni, ha lottato con determinazione fino alla fine per ottenere il diritto di accedere al cimitero di Treviglio, in provincia di Bergamo, in bicicletta. Una battaglia legale che, nonostante il suo esito favorevole, è stata vinta dopo due anni e solo dopo la sua morte. Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Lombardia ha accolto il suo ricorso, annullando il divieto imposto dal Comune e riaffermando che ogni decisione che incide sui diritti dei cittadini deve essere chiara e rispettare le competenze istituzionali. Giardinelli, nel 2023, aveva contestato la scelta dell’amministrazione di proibire l’accesso alle biciclette all’interno del cimitero, una misura adottata per motivi di decoro e sicurezza.

La vittoria

Per chi ha difficoltà motorie, come nel caso di Giardinelli, il divieto costituiva un problema significativo. L’uomo, infatti, soffriva di un disturbo alla schiena che rendeva difficile raggiungere a piedi il cimitero per visitare la moglie defunta. In bicicletta, però, riusciva a spostarsi senza troppe difficoltà.

La soluzione offerta dal Comune, un servizio di caddy-car, si era dimostrata inadeguata a causa delle lunghe attese e delle difficoltà logistiche. Con una sentenza pubblicata a dicembre, il TAR ha giudicato illegittimo il provvedimento del Comune, evidenziando che la modifica di regolamenti di questo tipo era di competenza del Consiglio Comunale e non di un dirigente, come era avvenuto nel caso specifico. La decisione del giudice ha quindi ristabilito il diritto di accesso, ma purtroppo Giardinelli non ha fatto in tempo a godere della vittoria. Inoltre, la sentenza impone al Comune di Treviglio il rimborso delle spese legali, pari a 5.759 euro.

Immagine di repertorio.