Pubblicato il 13 Ottobre 2021
L’emergenza era già scattata lo scorso mese di luglio, quando gli impianti della Rida di Aprilia erano rimasti chiusi per lavori all’impianto di compostaggio. Un’emergenza, allora, affrontata in maniera singola da ogni comune che ricade nel bacino di utenza dell’azienda (sono 54 in tutto il Lazio compresi i più grandi della provincia di Latina, dal capoluogo, a Aprilia, Anzio, Bassiano, Cisterna, Cori, Lanuvio, Nettuno, Rocca Massima, Roccagorga, Sabaudia, Pontinia, San Felice, Sezze, Sermoneta, Priverno e altre).
Stavolta il motivo della chiusura sarebbe riconducibile ad una presa di posizione da parte dell’azienda (che, lo ricordiamo, tratta esclusivamente la parte indifferenziata dei rifiuti), che dovrebbe sospendere i lavori per almeno un paio di settimane in segno di protesta verso la regione Lazio a partire dal prossimo 16 ottobre. L’obiettivo è richiamare l’attenzione sul fatto che non è ancora stato individuato il sito per una discarica a servizio della provincia di Latina.
In questa occasione, però, dalla regione è arrivata una presa di posizione altrettanto dura e perentoria. L’assessorato all’Ambiente, infatti, in una nota rende ha fatto sapere all’azienda che questa volta non verrà tollerata la sospensione di un servizio pubblico, mancano i presupposti per farlo.
Ricordiamo che “Gli impianti TMB (trattamento meccanico biologico) come quello di Rida, separano l’indifferenziato in CSS/CDR (combustibile per inceneritori e cementifici, composto da carta e plastiche) e FOS (frazione organica stabilizzata), ossia la frazione organica presente nell’indifferenziato (che in realtà non ci dovrebbe stare), che viene essiccata ed appunto “stabilizzata”. Questa FOS non è ovviamente compost di qualità, in quanto inquinata da altri rifiuti. Agli impianti TMB serve una discarica ove conferire la FOS e altri scarti di lavorazione, cioè la restante parte dei rifiuti urbani trattati. Nel Lazio ci sono pochissime discariche funzionanti”.