Pubblicato il 23 Agosto 2024
L’algoritmo di Just Eat sanziona i rider per “low performance”.
Così la Filt Cgil Firenze-Prato-Pistoia protesta: “È inaccettabile – spiega il sindacato – I calcoli non tengono conto delle condizioni di traffico e sicurezza, e le pause non sono tempo perso ma necessarie, specialmente con la calura estiva”.
Il sindacato in una nota riferisce di contestazioni recapitate a lavoratrici e lavoratori Just Eat sulla base dei dati forniti da algoritmi che “per calcolare le percorrenze e i tempi di consegna ipotizzano i percorsi presumibilmente più rapidi, senza considerare la topografia della città e senza valutare quali siano” quelli “più sicuri in base al traffico, alle caratteristiche delle strade e tutte le variabili che possano sussistere. In molti casi i tempi calcolati da Scoober (l’applicazione usata da Just Eat per gestire l’organizzazione del lavoro) non risultano compatibili con gli itinerari consigliati, e se questo crea eccessive pressioni a chi svolge il proprio lavoro utilizzando un mezzo a motore, spingendolo a correre più del dovuto, per quanto riguarda i lavoratori che usano le bici classiche spesso si va ad aggiungere l’impossibilità di rispettare la produttività richiesta se non si è atleti professionisti”.
Come esempio si riporta il caso di “una sanzione pari a 3 ore di multa” arrivata a “una lavoratrice che utilizza una bici muscolare”: per una consegna “che prevede una distanza di 6,4 km l’algoritmo ha previsto una velocità media di percorrenza, in mezzo al traffico e con tutti gli imprevisti tipici dell’attività su strada, pari a 26,3 km/h, una media non troppo inferiore a quella che ha permesso a Tadej Pogačar di aggiudicarsi il Giro d’Italia 2024”.
Per il sindacato poi, “Just Eat sembra non aver recepito il messaggio lanciato dalla Regione Toscana e da tutti gli organi competenti in tema di salute e sicurezza, programmando soltanto 5 minuti di pausa ogni due ore di lavoro, e lavandosi la coscienza con inutili raccomandazioni sul riposo all’ombra durante quei tempi morti di fatto inesistenti, vista la tendenza sempre maggiore nel saturare l’orario di lavoro dei couriers”.
“Spiace constatare, dopo un periodo dove le corrette relazioni industriali stavano portando ad importanti risultati – conclude la Filt Cgil – l’inesorabile regresso nelle condizioni lavorative dei rider di Just Eat registrato nell’ultimo anno”.
“Just Eat ha sempre mantenuto un dialogo aperto e costruttivo con le organizzazioni sindacali, l’azienda è impegnata a migliorare continuamente il trattamento dei rider, sia in termini di sicurezza che di condizioni di lavoro. In merito a quanto riportato dalla Filt Cgil territoriale, è importante precisare che le contestazioni recentemente recapitate hanno riguardato una percentuale ridotta della flotta, individui che si sono distinti per comportamenti sistematicamente poco collaborativi e non allineati con le esigenze aziendali”, precisa Just Eat Italia alla Filt Cgil di Firenze-Prato-Pistoia dopo la protesta.
Just Eat Italia, in una nota, sottolinea che “le procedure aziendali sono studiate per garantire un ambiente di lavoro sicuro ed equo, considerando tutte le possibili variabili che possono influenzare il lavoro su strada. Just Eat ha sempre avuto, ed ha, come priorità la sicurezza dei propri rider. In riferimento al caldo, durante i mesi estivi, quando le temperature sono particolarmente elevate, Just Eat ha implementato un protocollo di emergenza che permette ai corrieri di richiedere pause addizionali per recuperare dal caldo e dalla fatica. L’azienda è costantemente in allerta rispetto alle ordinanze meteo e segue tutte le direttive istituzionali per tutelare la salute dei propri lavoratori. Just Eat intente sottolineare che gli indennizzi relativi al rimborso chilometrico sono stati determinati in pieno accordo con le rappresentanze sindacali, nell’ambito della contrattazione di secondo livello e l’azienda rispetta pienamente tutti gli accordi e le normative vigenti”.
Just Eat fa sapere che “continuerà a monitorare attentamente le condizioni di lavoro dei propri corrieri, garantendo il massimo supporto e implementando tutte le misure necessarie per rispondere alle loro esigenze e alle sfide che il lavoro di consegna comporta. L’azienda resta sempre disponibile al dialogo costruttivo e al confronto con tutte le parti coinvolte per migliorare ulteriormente le condizioni di lavoro”.