Pubblicato il 2 Gennaio 2023
“Il Presidente Sergio Mattarella nei suoi auguri, la sera del 31 dicembre scorso, ha sottolineato un elemento fondamentale: ‘la Repubblica è nel senso civico di chi paga le imposte perché questo serve a far funzionare l’Italia e, quindi, al bene comune’. Su questo aspetto la mia amministrazione ha dato un impulso mai registrato in passato. Il sentire comune ad Acireale, in buona compagnia col resto della Sicilia, era che bisogna essere furbi e non pagare quanto dovuto, perché tanto si resta impuniti. Con la terribile conseguenza che tutto grava su chi con senso di responsabilità e rispetto delle regole paga sempre. La Corte dei conti ha bacchettato pesantemente il Comune di Acireale analizzando i bilanci del 2016, evidenziando gravi rischi alla tenuta dei conti. E’ evidente che costringere a pagare è assolutamente impopolare, vista una percentuale di morosità superiore al 30%. E chi della politica ne fa un mestiere non può impegnarsi in tal senso”.
Queste le parole del sindaco di Acireale, Stefano Alì, su quanto detto la presidente della Repubblica riguardo all’importanza del pagamento delle imposte.
“La mia amministrazione lavora solo nell’interesse della città – prosegue Alì –, non ci interessa raccogliere consenso, e quindi portiamo avanti una battaglia contro l’evasione e la morosità. Ed è evidente come non tutti condividano l’invito del Presidente Mattarella, infatti in Consiglio Comunale solo una parte dell’opposizione ha votato responsabilmente sul tema della lotta alla morosità, tramite l’affidamento ai privati. Oggi affronto il tema morosità, cioè chi ha un debito certo verso l’ente, sia esso legato a tributi, sanzioni, oneri etc e non lo onora. Il tasso di morosità varia secondo la natura del debito, diciamo comunque che si attesta su valori superiori al 35%. Appena le norme Covid lo hanno consentito, nel 2021, ho dato atto di indirizzo di affidare la riscossione ai privati. Si è attivata immediatamente la Polizia Locale affidando i ruoli del 2018. A dicembre scorso, con determina 323 del settore Finanze, è stata affidata la riscossione dei tributi TARI (3.815.000 euro) e IMU (2.361.000 euro) per l’anno d’imposta 2015. Sempre a dicembre scorso, con determina 279, l’Area di Vigilanza ha affidato la riscossione per i ruoli del 2019. La morosità non si lega a fenomeni di emarginazione sociale, come si vede dalla distribuzione dei contribuenti per la diversa fascia del debito della TARI 2015″.
Lo stesso primo cittadino riserva uno spazio anche ai numeri riguardanti le sanzioni per il mancato rispetto del codice della strada.
“Quasi i due terzi hanno una posizione debitoria maggiore di 400 euro – conclude Alì –. La causa della mancata riscossione è legata all’agente a cui era affidata, che raggiungeva risultati risibili, queste le premesse nella determina per l’affidamento delle sanzioni al codice della strada: ruolo dell’anno 2015, ammontante per Catania a 1.024.136,99 euro, sono stati esatti solo 13.104,00 euro; ruolo dell’anno 2016, ammontante per Catania ad 863.736,50 euro, sono stati esatti solo 22.409,47 euro; ruolo dell’anno 2017, ammontante per Catania a 1.313.600,78 euro, sono stati esatti zero euro (in dipendenza dell’emergenza Covid-19, essendo stato tale ruolo reso esecutivo in data 24/2/2020). Il ruolo del 2018, ad un anno dall’affidamento al privato ha dato una esazione di 171.187 euro su 1.738.120 euro, quasi il 10%, lontanissimi dall’1% del passato. Le ragioni di questo incremento stanno nella pervasività con cui l’agente procede, attraverso fermi amministrativi e pignoramenti. La mia amministrazione porterà avanti fino alla fine le azioni per spingere a pagare tutti. Saranno gli acesi a decidere se tornare ad agevolare i furbi, scegliendo come sindaco chi non promette di continuare la lotta”.