Pubblicato il 12 Ottobre 2022
Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa.
Da una parte c’è chi dice che il rigassificatore danneggerà l’ambiente e creerà disoccupazione e dall’altra in 300 affermano che è un’occasione per rilanciare Piombino. Un primo punto da chiarire per capire chi è nel giusto è stabilire se il porto sarà bloccato o meno dalla presenza del rigassificatore.
Ci potrebbero aiutare a capirlo la Capitaneria di Porto e l’Autorità di Sistema Portuale dicendo se credono davvero alle affermazioni di SNAM la quale sostiene, interpretando le simulazioni delle manovre, come il traffico marittimo non subirà danni. Eppure, da una corretta lettura delle stesse simulazioni, risultano conclusioni diverse, vi chiediamo dunque di riflettere sui seguenti punti:
1) le navi portarinfuse che portano blumi e billette al molo Nord non potranno farlo in presenza delle metaniere che riforniscono la FSRU, mentre potrebbero farlo solo con manovre a grandissimo rischio quando è presente la sola rigassificatrice: per noi questo significa il blocco delle acciaierie;
2) l’area di danno, pur con la non corretta limitazione dell’ampiezza calcolata da SNAM, andrebbe ad occupare parte del canale di ingresso del porto di Piombino e parte dello specchio acqueo interno. La SNAM ritiene possibile attraversarlo, anche durante la fase di rifornimento di GNL, ma crediamo che l’AdSP, seguendo la legge e per mettere in sicurezza i natanti, impedirà il traffico marittimo in tale area per circa 21 ore;
3) la FSRU, nelle simulazioni effettuate, entra ed esce dal porto in sostanza con vento trascurabile. Ma se per un evento imprevisto, come un incendio nelle vicinanze, contemporaneamente ad un vento forte, fosse necessario allontanarla dal porto, non sappiamo se questo sarebbe realmente fattibile;
4) la SNAM nelle simulazioni ha trascurato completamente sia l’impatto ambientale che le difficoltà al traffico portuale determinato dalle metaniere di piccola taglia, le bettoline, che verranno a rifornirsi di Gas Naturale Liquido direttamente dalla FSRU;
5) nelle simulazioni delle possibili avarie ai traghetti che determinano rischio di collisione non sono stati considerati i traghetti di lunghezza superiore che ormeggiano alla banchina Pecoraro e che manovrano di fronte alla banchina Est, a circa 100 metri dall’impianto FSRU. Inoltre hanno sempre considerato possibile, senza valutare i reali impedimenti che possono non determinare tale evenienza, fronteggiare in tempo una avaria e impedire così la collisione con la FSRU, ricordiamo che le manovre di uscita avvengono con velocità anche oltre i 7 nodi;
6) SNAM afferma che un evento naturale (come una tromba d’aria) non avrà nessun effetto sulla FSRU dato che il sistema di ormeggio resiste fino a venti pari a 60 nodi, ma ricordiamo che il vento che ha distrutto circa un mese fa la ruota panoramica posizionata in Piazza Bovio ha ben superato i 60 nodi;
7) facciamo notare che nelle simulazioni fatte fare da SNAM alla Società Cetena di Genova non sono stati presi in considerazioni venti particolarmente forti. Strano, visto che l’AdSP, per studiare la manovrabilità in porto delle navi portarinfuse nel Luglio 2013, chiese alla stessa società che fossero effettuate simulazioni con venti fino a 35 nodi: ne deriva che le simulazioni fatte effettuare da SNAM sono da rifare per descrivere scenari più pericolosi;
8) SNAM ammette che durante l’ingresso delle metaniere in porto i traghetti non possono entrare e rassicura che le metaniere entreranno solo di notte, in estate, mentre in inverno daranno la precedenza ai traghetti, rammentando che le manovre di ingresso e di uscita durano diverso tempo e che il rifornimento dura circa 21 ore: l’indispensabile limitazione del traffico dei traghetti determinerà comunque il venire meno della continuità territoriale per l’isola d’Elba.
Poi vanno presi in considerazione i danni diretti alle ditte che operano nel porto o nei pressi:
-la PIM non potrà più portare avanti il suo progetto industriale;
-la cooperativa che costruiva il porto turistico in Chiusa per imbarcazioni di lusso ed altro, vede messo del tutto in discussione tale possibilità;
-Piombino Logistic perde ogni possibilità di lavoro;
-le vasche di allevamento dei pesci alla Chiusa prelevano acqua di mare all’ingresso del porto e l’acqua fredda e clorata danneggerà tale attività.
Queste sono alcuni dei quesiti che poniamo alle autorità portuali ed ai 300 nostri concittadini, se avranno voglia di leggere gli studi presentati. Siamo convinti che il rigassificatore potrebbe porre la fine per lo sviluppo e per le attuali attività portuali! Del resto lo stesso Presidente Giani motivava la richiesta di limitare a soli tre anni la presenza del rigassificatore in porto con queste parole:
“Non posso autorizzare la permanenza della nave FSRU oltre tre anni nella banchina del porto di Piombino, perché verrebbero meno gli obbiettivi della Regione Toscana che ha finanziato la costruzione delle banchine per contribuire allo sviluppo dei commerci e della siderurgia“. Chiediamo infine ai nostri 300 concittadini se è credibile per loro, dopo avere fatto il gasdotto e tutte le necessarie infrastrutture, che fra tre anni la FSRU sia tolta dal porto. Non ci sono compensazioni per i posti di lavoro tolti e la minaccia al nostro mare ed alla nostra sicurezza.
Il Comitato Salute Pubblica Piombino Val di Cornia
La Piazza Val di Cornia
Il Gruppo Gazebo 8 Giugno contro il rigassificatore
Il Comitato Liberi Insieme per la Salute