Pubblicato il 18 Ottobre 2022
Dal momento in cui il Governo ha identificato il porto di Piombino come sede nella quale installare il rigassificatore Golar Tundra, ho espresso forti perplessità su questo progetto.
Perplessità che sono diventate contrarietà, nel momento in cui il contenuto del progetto stesso e le sue modalità di attuazione sono venute in luce.
Le motivazioni di questo mio orientamento sono note e riguardano sia il metodo che il merito del progetto.
Per quanto attiene al metodo ritengo che il progetto sia stato calato dall’alto senza alcuna preventiva discussione con la cittadinanza.
È totalmente mancata una assunzione di responsabilità dei ministri competenti verso la città, tanto che né il ministro della Transizione Ecologica, né quello dello Sviluppo Economico (quest’ultimo in predicato di diventare Ministro dell’Economia) hanno sentito l’esigenza di venire a Piombino a parlare con i cittadini e a spiegare le loro decisioni.
Tanto più grave è che ciò sia accaduto dopo che molte delle promesse fatte a questo territorio negli anni, in materia di infrastrutture, di bonifiche del SIN, di rilancio della siderurgia non sono state mantenute.
Sulla siderurgia, in particolare, si è registrato un totale disinteresse dell’ultimo governo, nella persona del Ministro dello Sviluppo Economico, il quale non ha però esitato a sostenere la necessità di collocare il rigassificatore in questo porto.
Oltre a tutto, la procedura scelta dal governo ha escluso la Valutazione di Impatto Ambientale, nonostante che la collocazione in un piccolo porto, vicino ad una la città, di una nave rigassificatrice sia una soluzione inedita per il nostro paese e poco utilizzata in generale, che avrebbe richiesto il più approfondito processo di valutazione e le più ampie garanzie.
Nel corso della successiva istruttoria, poi, sono emersi problemi di merito, rispetto ai quali, a giudizio mio e di molti altri, non sono state proposte da Snam soluzioni adeguate. Tra questi mi limito a citare i problemi di compatibilità creati dalla presenza della Golar Tundra in porto con le altre attività che vi si svolgono, rispetto ai quali sono state date dal soggetto proponente risposte meramente tautologiche: si può fare perché si può fare.
L’ampliamento del porto è, tra l’altro, l’unica realizzazione infrastrutturale di rilievo che Piombino è riuscito ad ottenere negli ultimi anni. Il porto è, potenzialmente, un fattore competitivo decisivo per lo sviluppo futuro della nostra città.
Il fatto che oggi la sua funzionalità venga messa in discussione non può che suscitare importanti preoccupazioni.
Allo stesso modo, a pochi giorni dalla scadenza del 27 ottobre, non si ha notizia delle intenzioni di Snam relative alla ricollocazione offshore della nave alla scadenza del termine imposto. Anche questo non può che indurre allo scetticismo rispetto alle reali intenzioni di Snam anche visto l’importante investimento che la società proponente dovrà sostenere per realizzare le necessarie strutture a terra.
Vorrei sottolineare, per inciso, che il fatto che si sia optato per l’acquisto dei rigassificatori e non per il noleggio a breve termine, come accaduto in altri paesi, sembra contraddire la necessità di scelte lungimiranti, il cui obiettivo sia il superamento della dipendenza dai combustibili fossili, piuttosto che un cambiamento di fornitore.
Tutte le precedenti considerazioni ed altre ancora, che ometto, ma che sono state oggetto di discussione in queste ultimi mesi, dovrebbero, a mio parere, indurre ad un giudizio negativo sul progetto presentato.
Ho già scritto che sarei stato favorevole ad una proroga dei tempi previsti per il rilascio della dell’autorizzazione, in modo da dare al prossimo governo l’opportunità di esprimersi, assumendosi pienamente la responsabilità di una scelta controversa.
Questo progetto è stato oggetto di strumentalizzazione da parte di alcune forze politiche che hanno tentato di farne una leva di consenso negando o nascondendo le intenzioni dei loro referenti nazionali. Non sono mancate, allo stesso modo, affermazioni dell’onorevole Giorgia Meloni sulla possibilità di vagliare altre soluzioni possibili per la collocazione del rigassificatore. Pur ritenendo tali affermazioni assolutamente strumentali e destinate alla mera campagna elettorale, ritengo che sarebbe giusto dare la possibilità al prossimo governo di chiarire quali sono le proprie intenzioni in merito. Questo comporterebbe una dilazione di pochi giorni che non avrebbe alcuna influenza sui tempi del progetto.
La piena assunzione di responsabilità da parte del nuovo governo darebbe forza anche alle rivendicazioni di interventi e investimenti finalizzati alla soluzione dei problemi infrastrutturali e ambientali di Piombino: quelle misure, che, nell’opinione pubblica, sono passate sotto il termine di compensazioni. Misure che, al di là del modo infelice con cui il problema è stato posto, rimangono necessarie, a prescindere dalla vicenda del rigassificatore. Al termine di questa fase convulsa, ho creduto che fosse mio dovere sostenere ancora una volta le regioni e le preoccupazioni di una comunità che da troppi anni attende soluzioni ai propri problemi e che, fino ad oggi, ha ricevuto come unica risposta quella, di tipo assistenzialista, della cassa integrazione di massa. Una comunità che ha visto scuotere dalle fondamenta le proprie certezze i propri punti di riferimento, che attraversa una profonda crisi economica, sociale e di identità e che, a mio parere, merita maggiore attenzione e rispetto di quella che ha ricevuto negli ultimi mesi da parte di troppe persone che si sono arrogate il diritto di dare giudizi senza conoscerne la storia e le perduranti difficoltà.
Per questo chiederò un incontro al Presidente Giani, per illustrargli, ancora una volta, le motivazioni che ci hanno portato, come PD locale ad una posizione di contrarietà al progetto, che gli eventi successivi non ci hanno permesso di superare.
Auspico, ovviamente, che il sindaco Ferrari compia lo stesso gesto nei confronti dei suoi referenti nazionali e che questi, ed in particolare l’onorevole Meloni, chiariscano se è loro intenzione fermare il progetto o no.
Andrea Baldassarri
Segretario Unione Comunale PD Piombino
UNIONE COMUNALE PD PIOMBINO